C'era una volta una bellissima principessa di nome Biancaluna, ella era la gioia più grande dei suoi genitori e il popolo l'amava. La principessa ormai aveva raggiunto l'età giusta per il matrimonio e siccome era destinata fin dall'infanzia a sposare il principe ereditario di un regno amico, in quel periodo i due reami erano impegnati nei preparativi delle nozze reali. A Biancaluna, come ogni principessa che si rispetti, era stata assegnata una fata madrina con il compito di starle accanto in quel momento così importante della sua vita; così la fata Rosaspina era partita dal Regno delle fate per recarsi al castello della principessa. Rosaspina era una fata dolce e romantica, amava le storie d'amore ed era felice di poter condividere nel suo piccolo la gioia delle coppie innamorate. Giunta al castello, venne accompagnata nelle stanze della principessa che si stava preparando per partire alla volta del castello del principe Etienne, il suo promesso sposo.
Rosaspina entrò nella stanza e trovò la bellissima principessa riccamente vestita: si guardava allo specchio e stranamente sembrava avere un'espressione di tristezza sul volto.
-"Oh, voi siete la fata Rosaspina? Prego, venite avanti" le disse Biancaluna quando si accorse di lei.
La fata le si avvicinò sorridendo:
-"Principessa, siete splendida, non vi occorre la mia magia per apparire più bella!"
Biancaluna scosse il capo:
-"Oh, a che serve essere ben vestita, quando si è così infelici?"
-"Che cosa vi turba?" chiese la fata senza capire il senso di quelle parole.
-"Vorrei non dovermi sposare!" sospirò amaramente.
-"E perché mai? Tutte le fanciulle sognano di sposarsi. Inoltre, so che il principe Etienne è buono e giusto, con lui sarete felice! Sapete, io sono una fata e a noi fate ci è impedito amare e sposarci... se ci sposassimo ci accadrebbero delle cose terribili... così viviamo la nostra eternità senza amore... Se io fossi al vostro posto non starei più nella pelle al pensiero di sposarmi" disse Rosaspina con una punta di tristezza.
-"Non è che io non voglia sposarmi. Il fatto è che il mio cuore appartiene ad un altro uomo: si tratta di uno stalliere. Ci amiamo segretamente da tanto tempo e vorremmo stare insieme, ma purtroppo il mio matrimonio combinato rende impossibile il coronamento del nostro sogno d'amore" spiegò Biancaluna.
-"Oh, questo mi dispiace... deve essere terribile non poter stare col proprio vero amore... se ci fosse un modo per evitare questa sofferenza..."
-"Non esiste modo..." sospirò Biancaluna, poi una luce illuminò i suoi occhi e un sorriso fece capolino sul suo bel volto. Si alzò in piedi e avvicinandosi a Rosaspina le prese le mani "Un momento, mi è venuta un'idea! Voi potreste prendere il mio posto! Farete finta di essere me! Vi recherete al castello del principe Etienne spacciandovi per me, così io potrò fuggire con il mio amato!"
Rosaspina la guardò con aria perplessa.
-"Principessa, questo è impossibile! Come potrei mai spacciarmi per voi? Nessuno ci crederà, mi scopriranno ancora prima che io metta un piede fuori da questa stanza".
-"Rosaspina, ti dico che funzionerà: indosserai il mio vestito e il mio mantello nasconderà il tuo volto. Basterà che tu dica di essere indisposta e durante il viaggio in carrozza nessuno ti disturberà. Inoltre, nessuno conosce il mio aspetto nel regno del principe Etienne, quindi vedendoti nessuno metterà in dubbio la tua identità!"
-"Ma non so se sia giusto nei confronti dei vostri genitori..." obiettò la fata.
-"Siete la mia unica speranza, permettete che io possa stare con l'uomo che amo. Siete la mia fata madrina... non rifiutatemi il vostro aiuto..." disse implorante Biancaluna, quelle parole finalmente convinsero Rosaspina ad accettare.
-"D'accordo. In fondo, ho sempre desiderato vivere un'avventura come questa!"
Biancaluna col cuore pieno di gratitudine l'abbracciò e poi in fretta si scambiarono d'abiti; con il mantello Rosaspina sembrava in tutto e per tutto identica alla principessa, la fata si guardava incredula allo specchio. Poco dopo bussarono alla porta della stanza per avvertire la principessa che era ora di partire. Le due ragazze si scambiarono un abbraccio di addio e dopo essersi augurate reciproca fortuna si separarono. Rosaspina prese posto nella carrozza reale e il corteo partì alla volta del castello del principe Etienne. Nessuno si era accorto che lei non era Biancaluna.
9 commenti:
Bella!!Mi incuriosisce sapere come procederà..anche se il titolo mi fa intuire qualcosa!!!
Sono molto colpita da queste tue fiabe Silvia,sei proprio brava!!Quanto ci hai messo a scriverle?
Holly
@Holly: grazie!!!! Ehehehehehe, il titolo dice già qualcosa... ma ci saranno altre sorprese, vedrai! Grazie per i complimenti, sei sempre gentilissima!!! Quanto ci ho messo a scriverle? Mah, al massimo un paio d'ore in tutto... Devi sapere che io scrivo tutto in una volta perché se comincio a rimandare e perdo il ritmo... poi faccio fatica a riprenderlo e quando ho una buona idea devo metterla nero su bianco SUBITO!!! Sono un po' come Simenon che scriveva i suoi romanzi su Maigret in un mese!!!
;-)
Figurati!!Mi piace molto questo blog e il minimo che posso fare è complimentarmi con l'autrice :)
Ahah ho capito,quando l'ispirazione arriva è bene assecondarla!!
Holly
@Holly: grazie ancora!!! Ehehehehe, sì, quando l'ispirazione arriva bisogna approfittarne!!!
;-)
che bella fiaba, Silvia!aspetto con impazienza le prossime puntate..
un abbraccio
O.
@Ophelinha: grazie!!! La seconda puntata la trovi già online!
;-)
Che bella idea raccontare la storia della fata madrina!! Solitamente si pensa solo alla principessa, era ora che qualcuno pensasse anche alle creature fatate!!
@Vele Ivy: ehehehe, sì, è vero! Mi piaceva l'idea di raccontare la storia da un punto di vista inedito!!
;-)
Cerca di fare un po' più attenzione alla grammatica, però. :)
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