E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

domenica 29 maggio 2011

Mildred Pierce





Recentemente è andata in onda in America una miniserie veramente interessante con protagonista Kate Winslet: si tratta di Mildred Pierce. La storia, ambientata durante gli anni della Grande Depressione, racconta della casalinga del titolo che, scoperta l'infedeltà, caccia di casa il marito e ritrovandosi sola con due figlie deve rimboccarsi le maniche per tirare avanti. Trova lavoro dapprima come cameriera, poi apre un ristorante tutto suo e la sua abilità dietro i fornelli le garantisce un successo veloce. In seguito s'innamora di un belloccio nullafacente. Dopo aver raggiunto una relativa tranquillità dal punto di vista economico/lavorativo, Mildred dovrà vedersela con la figlia maggiore, Veda, con cui via via avrà sempre più un rapporto conflittuale: la ragazza infatti è snob, arrogante e disprezza la madre; quando Veda intraprende una carriera di successo come cantante lirica sembra che i conflitti con la madre (che intanto ha sposato il belloccio di cui sopra) possano appianarsi...

Ottima miniserie diretta da Todd Haynes e tratta da un romanzo del 1941, Mildred Pierce è un prodotto televisivo curato con grande attenzione, impreziosito da una bella colonna sonora e soprattutto può contare su pezzi da novanta come interpreti: Kate Winslet, una delle attrici più brave in circolazione, è straordinaria nel difficile ruolo di questa casalinga disperata che con dignità tenta di restare in piedi nonostante le bizze della figlia, Guy Pierce è azzeccatissimo nel ruolo dell'affascinante bello e maledetto e anche Evan Rachel Wood, che ha un viso molto anni Trenta, mi è piaciuta nel ruolo dell'insopportabile e capricciosa Veda. Si direbbe che per una produzione televisiva sia tutto facile quando, come in questo caso, si può contare su simili divi del cinema! In effetti, all'inizio quando avevo letto che Kate Winslet avrebbe interpretato questa miniserie mi ero stupita del fatto che una come lei, un'attrice da Oscar, potesse trovare il tempo per lavorare in televisione... ma vedendo lo sceneggiato ho capito che per un progetto così ci voleva un'attrice così! Lei era l'unica che poteva dare un tale spessore a questo personaggio! Consiglio caldamente la visione di questo bellissimo sceneggiato!

Voto: 8

Link: trailer

sabato 28 maggio 2011

mercoledì 25 maggio 2011

Ritratto di signora: la contessa di Castiglione





Virginia Oldoini nacque a Firenze nel 1837, bellissima, irrequieta, intelligente e ambiziosa sposò a 17 anni il conte Francesco Verasis Asinari, dal quale ebbe il figlio Giorgio; introdotta alla corte dei Savoia riscosse subito grande successo presso Vittorio Emanuele II e con altri importanti personaggi. Donna indubbiamente affascinante e intraprendente, Virginia venne mandata dal cugino, Cavour, in Francia sperando che le sue doti potessero attirare l'imperatore Napoleone III al punto da farlo avvicinare ad una possibile alleanza franco-piemontese. Virginia non poteva passare inosservata e riuscì facilmente a raggiungere l'obiettivo: ospitata a Compiègne fu per un anno l'amante dell'imperatore, suscitando invidie e l'indignazione dell'imperatrice Eugenia (al punto che la leggenda narra che fu la stessa consorte tradita a inscenare un tentativo di attentato ai danni del marito nella casa della contessa per danneggiare la rivale). Comunque, la strategia diede i suoi frutti e la Francia appoggiò la partecipazione italiana alla guerra di Crimea. Ma lo splendore di Virginia non poteva durare in eterno: il marito chiese il divorzio, il neo Re d'Italia non fu molto riconoscente per il "servizio reso alla Patria" e inoltre la vita dispendiosa della contessa era diventata insostenibile; così non le restò che ritirarsi a Parigi in solitudine a rimpiangere la perduta bellezza. Morì nel 1899.

Nonostante la sua vestaglia verde abbia cambiato il destino d'Italia, la contessa di Castiglione è stata completamente dimenticata, come se le sue azioni non fossero state importanti per la nascita del nostro Paese... certo, il suo "campo di battaglia" è stato senza dubbio particolare ma ha pur sempre dato il suo contributo e impresso il suo nome tra coloro che hanno fatto l'Italia!

sabato 21 maggio 2011

Piccolo viaggio alla scoperta della moda del Settecento




Dopo aver parlato di moda stile impero in un precedente post, stavolta ci addentriamo nella moda del Settecento: certamente più vistosa e a tratti kitsch!!!

1750-1780

In questo periodo si usa un abito intero aperto frontalmente e indossato sopra una sottogonna dello stesso tessuto dell'abito; il corpino è aderente, di forma conica (questo "grazie" ad un busto steccato) con un'ampia scollatura quadrata e maniche lunghe fino al gomito, completate da ricchi polsini cascanti e merletti arricciati imbastiti di volta in volta all'abito. Il corpino rimane frontalmente aperto e lo spazio è riempito da Piece d'Estomac: un triangolo di tessuto riccamente decorato tenuto in posizione fissandolo con spilli o un'imbastitura al sottostante busto. Il volume della gonna è ampio sui fianchi e dritto davanti e dietro; tale volume è ottenuto indossando un panier: una gabbia rigida. Le scarpette hanno alti tacchi a rocchetto e fibbie gioiello.

Le acconciature si sviluppano in altezza: sempre più elaborate e complicate, tanto da incorporare decorazioni e oggetti di vario genere come fiori, piume, uccellini impagliati e addirittura navi in miniatura!!!







1780-1789

La moda di fine secolo si contraddistingue per una maggiore semplicità: il panier va scomparendo rimanendo confinato all'abito della corte. Il volume sui fianchi, non più solo laterale ma spostato sul dietro, è garantito da cuscini imbottiti di ridotte dimensioni o dalle sole sottogonne. Le decorazioni sono più semplici. Spesso la sottogonna è di tessuto e di colore contrastante con l'abito. Le scollature sono coperte da uno scialle, il fisciù. Le maniche sono lunghe fino al polso. Le acconciature sono composte da riccioli che incorniciavano il viso e la cipria non viene più usata: i capelli sono del colore naturale. Anche il trucco del volto è più discreto e naturale.

1790-1795

In questa fase gli abiti si semplificano ancora di più (si va verso la vera e propria moda stile impero): il punto vita si sposta verso l'alto, sottolineato da cinture di seta, i tessuti sono leggere mussole di cotone dai colori chiari. I corpini sono più morbidi e le gonne perdono sempre più volume. Le scarpette hanno tacchi bassi e i copricapi sono ampie cuffie sormontate da nastri e piume, che coprono morbide acconciature con boccoli ricadenti.


Ora, sempre grazie ai costumi di alcuni film, vediamo questa evoluzione...














































































































I costumi sono dei seguenti film: La duchessa, Marie Antoinette e Becoming Jane.

mercoledì 18 maggio 2011

Riyoko Ikeda e gli Asburgo












Nel 2010 in Giappone si è tenuta una mostra dedicata agli Asburgo e in tale occasione sono state esposte alcune illustrazioni in tema firmate dalla matita della mangaka Riyoko Ikeda, autrice del celebre Le rose di Versailles... meglio conosciuto come Lady Oscar! L'artista (nonché cantante lirica) si è ispirata a famosi ritratti per trasformare in protagoniste da fumetto tre sovrane: Maria Teresa d'Austria, Sissi e Margherita Teresa d'Asburgo. Le tre immagini che potete vedere qui sopra sono i quadri originali... mentre qui sotto potete vedere i ritratti di Riyoko Ikeda:



























Che ne pensate? Io trovo queste illustrazioni straordinarie: nel pieno rispetto dell'originale ma con quel tocco giapponese unico e inconfondibile!!! I tratti delicati, la scelta dei colori... ogni dettaglio è perfetto e curatissimo! Ancora una volta affermo che i fumettisti giapponesi sono i migliori al mondo e sembra che siano proprio loro, più degli altri, ad avere la capacità di reinventare il passato europeo con stile e sensibilità, intrecciando abilmente passato e futuro con pochi tratti a matita!

domenica 15 maggio 2011

Breve storia illustrata dell'ombrellino




Prosegue il piccolo viaggio di questo blog alla scoperta della moda dei secoli passati: stavolta si parla di ombrellini! L'ombrello proviene dalla Cina e trovò grande sviluppo anche in India e in Egitto. E' un accessorio che in origine era legato simbolicamente al potere: faceva parte delle insegne dell'Imperatore della Cina; ma anche i re persiani si riparavano dal sole mediante ombrelli, mentre in Egitto era adoperato da tutti i nobili. L'ombrello arrivò in Europa probabilmente attraverso la Grecia nel V secolo a.C. Caduto l'impero Romano, tale oggetto cadde in disuso nella vita quotidiana: era usato solo nelle cerimonie pubbliche. Ombrelli e parasole vennero riscoperti nel Cinquecento, ma incontrarono parecchia diffidenza perché erano pesanti e ingobranti. Fu il 1700 a rendere giustizia a tale accessorio: grazie alle innovazioni tecnologiche che lo resero più leggero e maneggevole, iniziò a diffondersi e a diventare di gran moda. Nell'Ottocento il parasole era l'accessorio più importante per qualsiasi dama: bello e di tendenza ma soprattutto indispensabile per riparare il viso dal sole e mantenere la pelle candida (tutte le signore dell'epoca temevano che l'esposizione al sole potesse far venire sulla loro pelle le lentiggini).

Vediamo i modelli.

Marquise

Nel 1839 fu brevettato un modello di ombrello con manico pieghevole e calotta orientabile: questi ombrelli erano chiamati marquise; essendo di dimensioni ridotte erano particolarmente adatti per essere utilizzati nelle carrozze aperte. Erano ornati da lunghe frange e avevano un piccolo anello in cima alla calotta per poterli portare più comodamente. Questo modello rimase in voga dal 1840 al 1870 circa.

Vittoriani

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento gli ombrellini si allungarono e divennero quasi dei bastoni da passeggio sui quali ci si poteva appoggiare.

Déco

Dopo la Grande Guerra, gli ombrellini divennero, oltre che privi di orpelli, soprattutto comodi e agevoli. I parasole negli anni Venti erano corti (per essere portati sotto il braccio quando erano chiusi), avevano la calotta piatta, il manico con impugnatura dritta e i decori erano ispirati all'Art Déco. In quegli anni iniziò il declino del parasole che smise di essere oggetto di moda negli anni Trenta.


























































Anche per questo post ho scelto di adoperare immagini tratte da film e miniserie, che sono:










Premi







Qualche giorno fa ho ricevuto questi due premi da Francesca, che ringrazio ancora una volta per la stima! Come sempre, assegno questi due premi a tutti i miei lettori!