E' strano che io che non ho mai amato i musical abbia come film preferito proprio un musical, certo si tratta di un musical atipico, ma sempre musical è! Il fatto è che non ho mai sopportato (se non nei cartoon Disney dove mi sembra che possa avere più coerenza) quei momenti nei film quando gli attori smettono di parlare e improvvisamente si mettono a cantare! Mi ha sempre dato sui nervi, quindi il genere film musicale non avrebbe mai potuto rientrare tra le mie simpatie cinematografiche. Almeno questo fino al settembre 2001 quando uscì nelle sale italiane un musical assolutamente nuovo, fresco, rivoluzionario firmato da Baz Luhrmann: Moulin Rouge! Esattamente scritto col punto esclamativo, quasi ad indicare già da lì la sua natura originale rispetto a quanto visto in precedenza. La storia di per sé non era così nuova: triangolo amoroso, cortigiana divisa tra vero amore e sicurezza economica ma destinata ad una morte prematura (presa in prestito da Dumas figlio e da Verdi), eppure il modo di raccontarla era assolutamente innovativo attraverso un musical non classico ma costruendogli attorno un enorme, visionario juke-box con i più grandi successi pop e rock degli ultimi decenni! Madonna, U2, Beatles, Sting, Queen, David Bowie trapiantati alla fine dell'Ottocento in zona Belle Epoque, un'idea geniale! Così da creare una sorta di steampunk musicale immaginando un Ottocento con canzoni che all'epoca non sarebbero mai potute esistere... e che pure sembrano più plausibili dei concerti suonati dalle orchestrine! Inutile dire che fu miracolo! Perché i momenti musicali erano così piacevoli, vista la fama delle hit eseguite, e così ben inseriti nel contesto della storia (quando gli attori si mettono a cantare non dà mai l'idea che sia fuori luogo, ma sembra la cosa più normale del mondo mettersi a cantare durante un discorso!) da non indurre mai lo spettatore all'esasperazione; incredibilmente, il lavoro di collage musicale fatto da Luhrmann per trovare le canzoni i cui testi si adattassero alla storia e ai dialoghi è talmente perfetto che nemmeno se i momenti musicali fossero stati scritti appositamente per il film sarebbero risultati più appropriati! Ogni pezzo, da Diamonds are a girl's best friend a Your song, da The show must go on al Tango de Roxanne, trova il suo ideale incastro all'interno della narrazione, con una naturalezza tale che ti sembra che Sting o Freddie Mercury l'abbiano scritto pensando a quella scena del film. Credo che, pur nella ovvia difficoltà di mettere su un film, fu tutto molto facile per Moulin Rouge perché quando un film nasce così bene e sotto tali auspici non può che essere tutto facile dal momento che i capolavori vengono da sé, non hanno bisogno di essere forzati. Il regista, lo straordinario Baz Luhrmann, che si era fatto le ossa con film come Ballroom - Gara di ballo e che pochi anni prima aveva mostrato le sue capacità visionarie in Romeo + Juliet, in Moulin Rouge fa una summa di tutta la sua poetica, dei temi e del linguaggio espressivo che gli sono cari, crea così un affresco pop, visionario, kitsch fin nell'anima, un caleidoscopio impazzito di colori e musica al limite del pacchiano! Così da donare al pubblico un'opera personale e unica, diversa da ogni altra cosa che si sia mai vista al cinema, in ambito musicale e non. Baz con Moulin Rouge ha lasciato il segno, assicurandosi un'eternità simile a quella dei già citati Dumas figlio e Verdi, perché ha saputo fare sua quella storia già raccontata altrove. La sua "Traviata pop" è il giusto approdo per la cortigiana tormentata e cagionevole di salute tanto in voga nell'Ottocento e Satine è la degna erede di Marguerite Gautier e di Violetta Valéry che come loro lotta, ama e muore ma non rimpiange di aver amato. Sì, l'amore tormentato ottocentesco ostacolato dalle convenzioni e che Baz Luhrmann riesce a rendere moderno nel suo Ottocento a tratti steampunk quasi a volerci dire che certi sentimenti e valori sono universali, forse anche oggi. Il cast si rivelò ideale per mettere in scena il sogno luhrmanniano: da Nicole Kidman a Ewan McGregor, da John Leguizamo a Jim Broadbent, tutti eccezionalmente bravi, come cantanti esperti o anche migliori, a rendere vivo lo spettacolo spettacolare del film; Elton John disse che la versione di Your song cantata da Ewan era migliore della sua versione, Nicole stupì per le due doti musicali e quelle canzoni storiche trovarono una seconda giovinezza grazie ad un cast in stato di grazia che seppe interpretarle al meglio. La musica straordinaria e i costumi, le scenografie e soprattutto i colori (una delle cose che più amo nel film) furono gli ingredienti del successo. Regalando al mondo un gioiello che nel tempo non perde il suo valore! E dopo 10 anni Moulin Rouge è ancora lì a risplendere e a far gridare al miracolo! Miracolo musicale sì, ma nel suo essere anche e soprattutto una grande, coloratissima parodia dei cliché del musical, riesce a dare vita nuova al genere e a reinventarlo per il futuro! Sperando che la lezione di Baz possa essere studiata a fondo!
mercoledì 28 settembre 2011
10 anni di Moulin Rouge!
domenica 25 settembre 2011
Spettacolo Spettacolare: la colonna sonora di Moulin Rouge!
Se dico Moulin Rouge non si può fare a meno di pensare ad alcune delle canzoni più famose della storia della musica degli ultimi decenni! Questo è il piatto forte del film: non musiche originali da musical ma canzoni subito riconoscibili che non puoi fare a meno di amare! E allora venite con me all'interno di questo Spettacolo Spettacolare... torniamo lì, al Moulin Rouge, e lasciamo che la musica faccia il resto...
There was a boy a very strange enchanted boy... subito si parte con Nature Boy! Poi c'è la celebre Lady Marmalade... Poteva mancare il can-can? No, siamo al Moulin Rouge! Eccolo: Because we can. Finalmente arriva il Diamante Splendente, la stella del Moulin Rouge... e il ritmo della notte cresce! Siamo nell'elefante, l'atmosfera è romantica... tutte le luci di Parigi si accendono... ma chi è stato? Certo, lui: Christian che intona Your song! Che la rivoluzione bohémien abbia inizio! Satine lo sa... che un giorno volerà via... Ecco a voi le ballerine del Moulin Rouge! Satine e Christian devono essere amanti: solo così diventeranno eroi! Elephant Love Medley. La canzone segreta degli innamorati... perché canticchiandola o fischiettandola sapranno sempre che il loro è un amore vero... Come what may. L'amore ci farà diventare matti... parola dell'argentino! Un pizzico di musica vintage non guasta in questo spettacolo! Al Moulin Rouge va in scena uno spettacolo indiano e il perfido Maharaja vuole la verità! Si soffre, il trucco si sta sciogliendo... ma bisogna sorridere lo stesso: lo spettacolo deve continuare! Siamo giunti alla fine... ma rimangono ancora i titoli di coda!
Vi siete divertiti? Se sì, v'invito a tornare quando volete... al Moulin Rouge!
Si parla e si sogna di
Anniversari,
Cinema,
Musica
sabato 24 settembre 2011
Toulouse-Lautrec e il Moulin Rouge
Toulouse-Lautrec è senza dubbio uno dei pittori più famosi della fine dell'Ottocento, colui che riuscì a raccontare meglio, attraverso i suoi lavori, lo stile di vita bohémien della Parigi della Belle Epoque. Fu immerso nella realtà di Montmartre e del Moulin Rouge! Per questo è uno dei personaggi principali del film di Baz Luhrmann e l'attore che lo interpreta, John Leguizamo, è bravissimo nel ridare vita a questo personaggio emblematico della Parigi bohémien di fine secolo!
Nei suoi quadri Toulouse-Lautrec rappresentò spesso il Moulin Rouge con scene di vita quotidiana, ritraendo le ballerine del locale o addirittura creando delle vere e proprie locandine come quella con protagonista La Goulue, che potete vedere qui sopra.
Anche grazie all'arte di Toulouse-Lautrec il mito del Moulin Rouge non ha mai smesso di brillare!
Link: Toulouse-Lautrec
giovedì 22 settembre 2011
Christian, lo scrittore squattrinato
Il post di oggi è dedicato al protagonista maschile di Moulin Rouge: Christian!
Christian è un giovane inglese di buona famiglia che decide di lasciarsi tutto alle spalle per iniziare una nuova vita seguendo i valori nei quali crede: quelli di Verità, Bellezza, Libertà e Amore che sono i valori bohémien. Christian è un idealista, un puro di cuore e crede fermamente che solo i sentimenti autentici possono cambiare il mondo e deciso a sposarli in pieno si trasferisce in quel di Parigi nel quartiere dei sognatori per eccellenza, Montmartre. Vuole diventare uno scrittore e raccontare di quei valori che lo animano... ma non avendo mai amato come può raccontarli? Il destino mette sulla sua strada i coloratissimi e svampiti bohémiens capitanati da Toulouse-Lautrec i quali gli insegnano ad avere fiducia nelle proprie convinzioni e lo introducono alla corte di Zidler al Moulin Rouge; lì l'incontro con la bellissima Satine cambierà per sempre la sua vita! Grazie all'amore per Satine, Christian può finalmente mettere in pratica quei valori di purezza e autenticità nei quali crede fermamente, può finalmente essere se stesso e soprattutto può abbracciare quella libertà che solo l'amore può dare alle persone. La loro relazione è travagliata, piena di pericoli a causa del Duca e deve essere tenuta nascosta... ma è anche l'espressione massima del vero amore, quello che non vuole niente in cambio. Purtroppo è un grande amore destinato ad essere breve: prima il Duca li separa e poi la malattia di Satine strappano per sempre a Christian la sua amata, eppure Satine prima di esalare l'ultimo respiro tra le sue braccia gli dice di non disperarsi ma di scrivere e raccontare la loro storia perché non deve essere perduta, deve rimanere nella memoria... dal momento che quando si è amato tanto non si può essere disperati: l'amore rimane sempre. Così Christian nella sua stanza di scrittore squattrinato scrive la sua storia d'amore spettacolare... un amore che non avrà mai fine.
Christian c'insegna a vivere la nostra vita in modo autentico, seguendo i nostri sentimenti... Tutto quello che ci serve è Amore!
martedì 20 settembre 2011
Ritratto di signora special edition: Satine
Un Ritratto di signora speciale questa volta! Dedicato alla protagonista di Moulin Rouge: Satine.
Satine è la tipica fanciulla ottocentesca evidentemente povera che per farsi strada nella società e trovare il suo posto nel mondo pensa che la via giusta sia quella di rinunciare ai sentimenti veri e alla propria anima adoperando avvenenza e fascino per emergere. Sorella minore di Marguerite Gautier e di Violetta Valéry, Satine crede che il benessere economico che può darle il Duca e la promessa di una veloce carriera di attrice grazie a lui è il meglio a cui possa ambire, in fondo le è sempre stato fatto credere che lei valesse solo quanto gli uomini erano disposti a spendere per la sua compagnia. Quindi la nostra Satine balla e canta al Moulin Rouge sognando una vita diversa di successi, sognando di essere una vera attrice; ma quando sembra che i suoi piani stiano per realizzarsi piomba Christian, lo scrittore idealista e dal cuore puro, che le insegna che l'amore è la cosa più importante al mondo che per nessuna ragione i sentimenti devono essere messi da parte, che tutti hanno diritto di amare ed essere amati. All'inizio Satine pensa che tutto ciò sia una follia, che amare Christian sia un rischio... ma alla fine comprende anche lei quanto le parole del ragazzo siano vere: una vita senza amore vero non vale la pena di essere vissuta. Vive un breve ma intenso periodo felice amando sinceramente Christian, ma come le sue sorelle maggiori è destinata ad una morte prematura a causa della tisi, non prima di essersi rinconciliata con l'amato Christian da cui si era momentaneamente allontanata a causa di un equivoco. Satine muore ma senza rimpianti perché sa di aver amato e questo ha reso la sua vita piena.
Satine c'insegna che non c'è gioia più grande dell'amare davvero e che nessuno vi deve mai rinunciare nonostante tutto!
Si parla e si sogna di
Anniversari,
Cinema,
Ritratto di signora
domenica 18 settembre 2011
La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare!
"The greatest thing you'll ever learn is just to love and be loved in return"
"La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare"
(Christian - Moulin Rouge)
(Il disegno è di Chiara Moriconi)
Si parla e si sogna di
Anniversari,
Cinema,
Pensieri e parole
sabato 17 settembre 2011
La storia del Moulin Rouge
Nuovo appuntamento con i post dedicati al decimo anniversario di Moulin Rouge, oggi dedicato proprio alla storia del famoso locale!
Il Moulin Rouge fu inaugurato nel 1889 da Charles Ziedler, l'idea nacque sull'onda del successo di un ristorante danzante, chiamato Moulin de la Galette, ricavato nel 1870 dentro un vecchio mulino a vento nella parte alta di Montmartre; così Ziedler e Joseph Oller pensarono di aprire un cabaret dello stesso genere ai piedi di Montmartre e di costruirvi sopra un mulino finto, dal momento che lì c'era poco vento. Da subito fu un successo, grazie al repertorio di spettacoli e danze, tra cui il celebre can-can. Il pittore Toulouse-Lautrec ritrasse spesso i frequentatori del locale e disegnò anche quelle che oggi si possono considerare delle vere e proprie locandine, come quella che ritrae La Goulue. Nel Novecento il repertorio del Moulin Rouge cambiò lasciando maggior spazio all'operetta. Negli anni Trenta ebbe un periodo di declino anche a causa dell'ascesa del cinema ma fu un periodo breve: nel dopoguerra cantanti come Edith Piaf e Yves Montand riuscirono a riportare in auge il Moulin Rouge.
Oggi è una meta immancabile per i turisti che vanno a Parigi sia per gli spettacoli che offre o anche solo per una foto ricordo lì davanti... a dimostrazione che il mito del Moulin Rouge è inossidabile!
Si parla e si sogna di
Anniversari,
Cinema,
Curiosando s'impara
giovedì 15 settembre 2011
Ritratto di signora: Sarah Bernhardt
Sarah Bernhardt nacque a Parigi nel 1844 da Julie Bernardt e da padre ignoto. Iniziò la sua carriera di attrice nel 1862 alla Comédie-Française per poi passare all'Odéon nel 1866; fu scoperta sulle scene de Le Passant e trionfò nel ruolo della regina del Ruy Blas nel 1872, tali successi la portarono ad essere richiamata alla Comédie-Française dove interpretò Phèdre. Nel 1880 fece scalpore la sua decisione di lasciare la Comédie-Française per creare una sua compagnia teatrale con la quale partì per l'estero riscuotendo grande successo, a New York conobbe Edison e registrò su un cilindro sonoro un brano del Phèdre. Rientrata in Francia, dal 1893 diresse il Teatro del Rinascimento interpretando il ruolo de La signora delle camelie. In seguito chiese ad Alfons Mucha di disegnare le sue locandine. Con l'avvento del cinema, Sarah fu impegnata anche sul grande schermo in diversi film muti a partire dal 1900. Nel 1914 le fu conferita la Legion d'Onore (pare che per dimostrare di essere cittadina francese, senza la quale non avrebbe potuto ottenere tale onorificenza, creò falsi certificati di nascita); l'anno seguente le venne amputata una gamba, cosa che non le impedì di continuare a recitare da seduta. La vita sentimentale dell'attrice fu alquanto vivace: da un nobile belga ebbe il suo unico figlio, Maurice; in seguito ebbe diversi amanti. Nel 1882 sposò un attore greco, ma il matrimonio durò poco. Visse anche una relazione con la pittrice Louisa Abbema. Morì nel 1923.
La Divina Sarah è stata l'attrice più celebre della sua epoca, unanimamente considerata la più grande attrice dell'Ottocento. Sul palcoscenico come nella vita recitò sempre il ruolo della primadonna, fu la prima attrice a interpretare Amleto e fu la prima diva a scoprire il cinema. Inoltre, può vantare una stella sulla Walk of Fame di Hollywood... tutto questo creò il suo mito, un mito intramontabile.
Link: Sarah Bernhardt
mercoledì 14 settembre 2011
Downton Abbey 2: il trailer
Nel post precedente ho parlato della prima serie di Downton Abbey, ora vi mostro il bellissimo trailer della seconda serie che andrà in onda in Gran Bretagna da domenica! La vicenda riparte due anni dopo gli eventi della prima stagione: siamo nel 1916 in piena Prima Guerra Mondiale. Qui potete vedere una preview!
Sarà un'altra stagione piena di emozioni, ne sono sicura!
lunedì 12 settembre 2011
Downton Abbey: piccolo mondo
Downton Abbey è una miniserie della ITV in 7 episodi andata in onda lo scorso autunno in Gran Bretagna. La vicenda si concentra in quel di Downton Abbey un'immaginaria bellissima tenuta dello Yorkshire i cui abitanti, sia signori sia i domestici, sono uniti e divisi da alleanze, inimicizie, invidie, scandali, ripicche, vendette, tragici eventi e drammi di varia natura. Il continuo parallelo tra le miserie dei nobili e quelle dei domestici mette le due categorie sullo stesso piano in maniera così abile da rendere perfettamente quanto la natura umana sia simile in fin dei conti, indipendentemente da quale vestito si indossi e a quale classe sociale si appartenga.
L'azione inizia nell'aprile del 1912 con la sciagura del Titanic: il conte di Grantham, senza figli maschi, scopre che i due cugini eredi del titolo sono morti nella tragedia e si trova nella difficile situazione di dover accettare come nuovo erede un oscuro avvocato di Manchester, cugino di terzo grado, che non ha mai visto né conosciuto. Questo evento mette in moto la vicenda, da qui si susseguono scandali, situazioni imbarazzanti, manifestazioni politiche, furti simulati, tragedie... per finire con l'ombra della Grande Guerra che si allunga sulla tranquillità di Downton Abbey, tutto in un crescendo di emozioni.
Il creatore e sceneggiatore Julian Fellowes, analogamente come aveva fatto in Gosford Park, racconta il "piano alto" e il "piano basso", padroni e servitori, per spiegarci attraverso il suo mondo in miniatura, circoscritto alle pareti della tenuta, la realtà umana così com'è, una realtà umana poi facilmente applicabile al vasto mondo, quello oltre le pareti della tenuta. Ciò che accade in piccolo a Downton Abbey è la metafora del mondo. E' tutto molto ben fatto, le luci e le ombre nei vari personaggi li rendono tutti reali, plausibili; ci sono i cattivi e ci sono i buoni, ma nel mezzo c'è un'infinita varietà: chi sbaglia e poi comprende l'errore, chi è roso dall'invidia, chi cerca di recare danno ad un altro senza ragione, chi è costretto ad agire in un certo modo a causa di ragioni che non poteva prevedere, chi è incapace di amare ma vorrebbe amare e non vi riesce del tutto... e questo non è per fiction, ma è la vita come la viviamo tutti i giorni! Quindi è ammirevole lo sforzo di questo sceneggiato nel voler raccontare con estrema franchezza le glorie e le miserie umane. Naturalmente, location, costumi, scenografia ecc. sono impeccabili, ad animare lo sceneggiato un cast corale di attori tutti bravi a dare vita ai propri personaggi. Ho sempre pensato che la ITV non fosse all'altezza della BBC ma con questa serie mi sono dovuta ricredere: trattandosi di uno dei migliori lavori mai prodotti dalla tv britannica! Una serie che assolutamente consiglio!
Voto: 9
Link: trailer
sabato 10 settembre 2011
La traviata
Questo è un altro post speciale nell'ambito dei festeggiamenti per il decimo anniversario di Moulin Rouge! Visto che la trama del film è ispirata a La signora delle camelie e quindi anche a La traviata, ho pensato di dedicare un approfondimento alla celebre opera di Giuseppe Verdi.
Parigi, metà Ottocento, Violetta Valéry, donna di mondo, attende gli invitati nel suo elegante salone. Saluta il marchese d'Obigny, Flora Bervoix e il visconte Gastone de Letorières, che le presenta Alfredo Germont, il quale si dichiara un suo ammiratore e che durante la sua malattia si è recato spesso a chiedere sue notizie; dopo aver chiesto spiegazioni per un simile comportamento, Violetta rimprovera al suo amante, il barone Douphol, di non aver avuto la stessa sollecitudine, il quale non gradisce tale ramanzina. Intanto Alfredo propone un brindisi e tutti insieme cantano le lodi dell'amore e del vino; si ode musica proveniente dalla sala accanto e Violetta invita tutti a spostarsi lì, mentre sta uscendo ha un malore e invita i suoi ospiti a precederla. Guardandosi allo specchio Violetta nota la sua aria sciupata e nota Alfredo, rimasto ad aspettarla, il quale le rimprovera di trascurare la sua salute e poi le dichiara il suo amore. Violetta è colpita da tale confessione e gli chiede da quanto tempo la ama, Alfredo risponde di amarla da un anno, da quando l'ha vista per la prima volta. Incapace di amare davvero, lei gli propone di rimanere amici, ma quando il ragazzo se ne sta andando, Violetta gli dona un fiore e gli chiede di riportarglielo il giorno dopo. Alfredo si allontana felice, mentre gli ospiti prendono congedo. Rimasta sola, Violetta si accorge che le parole di Alfredo l'hanno scossa, ma incerta sul da farsi decide di continuare la sua solita vita di cortigiana e di rinunciare all'occasione di essere amata davvero.
Sono passati tre mesi e Violetta e Alfredo vivono felici nella casa di campagna di lei; il ragazzo riflette sulla sua felice condizione, ma arriva Annina che confessa ad Alfredo di essere stata a Parigi per vendere tutti i beni di Violetta e poter pagare così le spese per il mantenimento della casa. Scoperto l'ammontare della somma, Alfredo decide di andare lui stesso a sistemare gli affari e fa promettere ad Annina di tacere la cosa a Violetta. Alfredo si sente in colpa per quella situazione. Intanto Violetta riceve una lettera: si tratta di un invito a casa di Flora. Giunge Giorgio Germont, padre di Alfredo, e accusa Violetta di spogliare il figlio dei suoi averi, la ragazza allora mostra i documenti al signore che testimoniano che lei ha venduto i suoi beni per mantenere Alfredo, a questo punto l'uomo capisce la situazione. Pur convinto del vero amore che lega i due, Giorgio Germont cerca di far ragionare Violetta dicendole che la loro relazione rischierebbe di mettere a repentaglio il futuro dei figli: Alfredo ha una sorella il cui matrimonio potrebbe andare a monte a causa dello scandalo. Violetta propone di allontanarsi momentaneamente da Alfredo, ma il padre dichiara che la relazione deve essere troncata definitivamente, la povera ragazza senza parenti e malata di tisi non può accettare. Germont le fa notare che quando la sua bellezza sarà sfiorita il figlio non vorrà più stare con lei, non potrebbe trarne alcun conforto vista la natura illecita della loro relazione. Allo stremo, Violetta accetta di lasciare Alfredo: scrive al barone Douphol e poi ad Alfredo la sua decisione di lasciarlo; terminata la lettera entra proprio Alfredo che ha saputo della visita del padre, le propone di andare a conoscerlo, ma lei si fa promettere amore e poi fugge. Alfredo si insospettisce e quando vede la lettera di Flora pensando che Violetta sia alla festa pieno di rabbia decide di andarci nonostante le suppliche del padre. Alla festa di Flora si spettegola sulla rottura tra Violetta e Alfredo. Durante i festeggiamenti del carnevale giunge Alfredo e poi Violetta accompagnata dal barone. Alfredo giocando insulta indirettamente Violetta e il barone, non avendo gradito, sfida il giovane ad una partita di carte: il barone perde e Alfredo incassa una grande somma di denaro. Violetta parla con lui e mentendogli gli dice di andare via perché lei ama il barone. Sdegnato, Alfredo chiama gli invitati e getta la borsa col denaro ai piedi di Violetta, la quale sviene tra le braccia di Flora; tutti inveiscono contro di lui e il padre lo rimprovera. Il barone sfida Alfredo a duello.
Violetta è a letto: la tubercolosi sta avendo la meglio su di lei e il dottor Grenvil confida ad Annina che la fine è vicina. Violetta è sola nella sua stanza e sta leggendo la lettera che le ha scritto Giorgio Germont nel quale la informa di aver rivelato ad Alfredo la verità, il quale sta tornando da lei dopo aver viaggiato all'estero. Ma lei sa che è troppo tardi. Nel frattempo, fuori impazza il carnevale e Annina porta una bella notizia: Alfredo è tornato, entra e abbracciando Violetta le dice che la porterà via da Parigi; arriva anche Giorgio Germont pieno di rimorsi. Violetta chiama a sé Alfredo e gli dona un medaglione col suo ritratto chiedendogli di non dimenticarla. Per un istante sembra che Violetta abbia ritrovato le forze... si alza dal letto... ma subito cade morta.
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mercoledì 7 settembre 2011
Tè e pasticcini con Jane Austen
Le vacanze di quest'anno sono state particolarmente divertenti non solo per il viaggio a Londra ma anche per un fantastico "esperimento gastronomico" fatto con la mia amica Giada a Ventimiglia: abbiamo preparato dei pasticcini speciali... in tema austeniano!!! Biscotti che sarebbero stati perfetti per un tè delle cinque in casa di Zia Jane! A dimostrazione che la Zia ispira le sue fan in tantissimi modi!!! I biscotti sono stati preparati da Giada, che è un'ottima cuoca, mentre io ho disegnato le forme dei biscotti su un cartoncino in mancanza di stampini veri e propri! I pasticcini sono venuti davvero bene, erano carinissimi e buonissimi! E per un momento ci siamo sentite delle dame Regency...
Se volete sentirvi anche voi delle dame Regency e gustare un tè in stile austeniano, ecco la ricetta per preparare i biscottini!
Ingredienti:
300 g di farina "00"
150 g di zucchero
175 g di burro
1 tuorlo
1 uovo
1 pizzico di sale
Procedimento:
Preparate la fontana con la farina e lo zucchero. Ponete al centro l'uovo e il tuorlo con un pizzico di sale, sui bordi spezzettate il burro. Con una forchetta cominciate piano piano ad amalgamare le uova con il resto degli ingredienti: quando il composto risulterà lievemente più asciutto, sostituite la forchetta con le dita. Formate l'impasto: è importante utilizzare sempre le punte delle dita e mai i palmi delle mani. Quando il composto sarà pronto formate una palla e ponete in frigo per circa 1 ora. Trascorso il tempo indicato, togliete l'impasto dal frigo ed appiattitelo con il mattarello, poi ritagliate le diverse forme dei biscotti aiutandovi con un coltello. Infornate a 180° in forno caldo fino a coloratura per circa 10/12 minuti.
Una volta cotti potete decorarli con la glassa, per farla occorre semplicemente: zucchero a velo, coloranti per alimenti e acqua bollente. Mescolate l'acqua e lo zucchero a velo per ottenere una crema densa, poi aggiungete i coloranti per alimenti dei colori che preferite!
Facile, vero?
Dopo aver preparato i biscotti, Giada ed io abbiamo pensato che bisognava creare un allestimento adatto per l'occasione, così da ricreare l'atmosfera Ottocentesca... con un po' di fantasia e di inventiva... è stato semplice ricreare la magia...
Un po' di pizzo, i romanzi di Zia Jane e tanti pasticcini colorati...
Questo è il biscotto dedicato alla Zia! La riconoscete? E' la sua silhouette!!!
Scarpe col tacco, un ventaglio e un'altra silhouette di Jane!
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martedì 6 settembre 2011
Gymnopedie No.1 - Satie
Do il via alla serie di post per celebrare il decimo anniversario di Moulin Rouge con un pezzo bellissimo composto da Erik Satie, una musica davvero magica! Questo pezzo non è direttamente collegato al film ma Satie è un personaggio che compare: fa parte del gruppo di bohémiens che aiuta Christian a mettere in scena lo spettacolo per il Moulin Rouge. Buon ascolto!
domenica 4 settembre 2011
Ritratto di signora: Maria Sofia di Baviera
Maria Sofia di Baviera nacque nel 1841, era una delle sorelle minori di Sissi. La giovane, molto attaccata alla futura imperatrice d'Austria, condivideva con la sorella la passione per la vita spensierata all'aria aperta. Dopo (quello che sembrò) il successo del matrimonio tra Elisabetta e Francesco Giuseppe, la madre, la duchessa Ludovica, pensò che l'idea di sistemare Maria Sofia con un altro sovrano non era male così la ragazza venne data in moglie all'erede al trono del Regno delle Due Sicilie, Francesco "Franceschiello" di Borbone. Così nel 1859, a soli 18 anni, Maria Sofia divenne regina. Il matrimonio non si rivelò di certo un successo: non venne consumato per almeno una decina d'anni e Franceschiello era un timorato di Dio troppo represso e bonaccione per porsi il problema. Comunque, altri guai ben più grandi si prospettavano per la giovane coppia reale: l'Unità d'Italia giunse a pretendere il trono di Napoli e a poco o nulla valsero i tentativi di resistere; l'arrivo di Garibaldi e delle truppe piemontesi costrinse la corte napoletana a rifugiarsi nella roccaforte di Gaeta nel settembre del 1860 dove resistette ad un lungo assedio. Qui si creò la leggenda dell'eroina di Gaeta: Maria Sofia vestita da uomo fu in prima linea durante i combattimenti, incitando gli uomini e recandosi a confortare i feriti, nonostante la preoccupazione del marito lei si rifiutò di lasciare la roccaforte. Ma nonostante l'eroica condotta della regina, gli assediati dovettero arrendersi: Gaeta cadde nel febbraio del 1861. A quel punto la corte si rifugiò a Roma sotto la protezione del papa, qui Maria Sofia fu vittima di una penosa campagna per screditarla: circolarono infatti delle foto a carattere osceno con protagonista la regina, immagini che si rivelarono dei fotomontaggi. Intanto, in quei giorni Maria Sofia visse probabilmente l'unica vera storia d'amore della sua vita, iniziò una relazione segreta con un ufficiale della guardia pontificia, Armand de Lawayss, l'idillio si concluse nella maniera più prevedibile: con una gravidanza. Per evitare lo scandalo, Maria Sofia tornò in Baviera dove diede alla luce una bambina che subito fu affidata alla famiglia del padre, dopo averle fatto promettere che non avrebbe mai più cercato di vedere la figlia, la regina fece ritorno a Roma. Rientrata a corte confessò la natura del suo viaggio a Francesco il quale la perdonò e decise di sottoporsi all'operazione che gli consentì di portare a termine i suoi doveri coniugali: finalmente dopo dieci anni di matrimonio Maria Sofia e Francesco ebbero una figlia, ma la piccola Maria Cristina morì a soli tre mesi di vita. Quando i Bersaglieri entrarono a Roma il 20 settembre 1870 mettendo fine allo Stato della Chiesa, a Maria Sofia e Francesco non restò che andarsene, lui morì nel 1894, mentre lei si trasferì prima a Monaco e poi a Parigi dove si sistemò in una villetta nel sobborgo di Saint Mandé, procurandosi da vivere allevando cavalli da far partecipare alle gare. Nonostante l'età non più verdissima non smise mai di sperare di riconquistare il trono perduto: negli ultimi anni del secolo il suo salotto fu frequentato da anarchici, disposta a tutto pur di riconquistare il maltolto. Morì nel 1925 senza aver mai perdonato i Savoia per averle sottratto il trono.
Divenuta leggenda vivente, la volitiva Maria Sofia tentò l'impossibile per riappropriarsi di quel trono che le era stato strappato durante l'Unità d'Italia: resistendo a Gaeta, arrivando ad allearsi con briganti e anarchici, ma fu tutto inutile. La sua è stata una vita certamente avventurosa e travagliata, la vita di una donna piena di coraggio e dal forte carattere che decise di non arrendersi, una vita che merita di essere conosciuta!
Link: Maria Sofia di Baviera
Libro consigliato: Arrigo Petacco "La regina del Sud. Amori e guerre segrete di Maria Sofia di Borbone"
sabato 3 settembre 2011
Keira a Venezia
Ieri ho postato il trailer di A Dangerous Method l'attesissimo film di Cronenberg passato con successo al Festival, oggi posto le foto di Keira Knightley sia al momento dello sbarco al Lido sia durante il red carpet. In entrambe le occasioni si è distinta per l'eleganza!
Vediamo l'arrivo...
Keira indossava un abito dalla fantasia vivace semplice ma veramente bello!
Keira si è dimostrata una delle donne più eleganti di Venezia!
Concludo il post con la dichiarazione che ha fatto durante la Conferenza stampa in merito alla sua predilezione per il film in costume: "E' vero, faccio tanti film in costume: mi piacciono, adoro la storia, amo leggere. Sono adatti a me". Per questo lei è la mia attrice preferita! I film in costume sono i miei preferiti e non esiste un'altra attrice al mondo più adatta di lei per interpretarli, se fosse per me lei dovrebbe essere la protagonista di tutti i film in costume che vengono girati ogni anno!
Guardando le foto qui sotto tratte da A Dangerous Method non posso che darle ragione: i film in costume sono adatti a lei!
Si parla e si sogna di
Eleganza e stile,
Keira Knightley
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