E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

lunedì 12 dicembre 2016

Death comes to Pemberley



Elizabeth e Darcy, sposati da qualche anno, sono impegnati nei preparativi per un ballo quando la pace di Pemberley viene turbata da un terribile omicidio: infatti Lydia irrompe in stato confusionale dicendo che ci sono stati alcuni spari nel bosco e che Wickham è coinvolto. Allora Darcy e gli altri si recano sul luogo per scoprire un Wickham disperato che sorregge il cadavere del suo amico Denny, attribuendosi la colpa della sua morte. Il caso sembra più che mai chiaro: Wickham a seguito di un diverbio, forse per questioni di denaro o altro, ha inseguito e ucciso Denny nel bosco; eppure sembra tutto fin troppo semplice... quando invece sono tanti, troppi i misteri che aleggiano intorno a tale vicenda e intorno a Wickham. E se la verità fosse un'altra?

Miniserie in 3 puntate della BBC del 2013 tratta dal sequel austeniano scritto dalla regina del romanzo giallo P.D. James, Death comes to Pemberley è ambientata 5/6 anni dopo la conclusione del romanzo di Jane Austen e immagina, nella più classica trama gialla, che un omicidio venga commesso nella tenuta di Pemberley: i tanti misteri di questo caso che sembra abbastanza facile da risolvere porteranno i Darcy e lo spettatore a scoprire retroscena davvero difficili da immaginare all'inizio. Perché come in tutti i gialli... la verità non è scontata.
Il problema di Death comes to Pemberley è che la trama non funziona, non regge, è poco credibile. Sì, perché indubbiamente il genere giallo non c'entra assolutamente niente con il mondo austeniano - e spesso i sequel austeniani sono un minestrone senza senso -, tale mondo è un contesto troppo agli antipodi con quello che ha reso celebre P.D. James per sperare di unire i due elementi in maniera credibile. Cioè Jane Austen parla della varietà della natura umana e di storie d'amore indimenticabili... omicidi e assassini da individuare non c'entrano nulla! E questo infatti condanna la storia perché l'altro problema di Death comes to Pemberley è che il mistero in sé è assolutamente poco credibile e a tratti ridicolo! Il genere giallo non mi piace e lo conosco poco, ma sono certa che i misteri da risolvere nei libri gialli non sono tanto sciocchi! Quindi al di là che il giallo non ci azzecca nulla con Jane Austen... è proprio la trama gialla costruita per questo sequel a fare acqua da tutte le parti: peggio ancora, ad essere ridicola!
Alle evidenti carenze della trama bisogna aggiungere il disastroso casting della serie. Matthew Rhys non è niente di eccezionale ma almeno è passabile nel ruolo di Darcy, invece Anna Maxwell Martin è assolutamente improponibile nel ruolo di Elizabeth: manca completamente della verve e dello spirito per questo ruolo! Probabilmente è difficile per qualsiasi attrice interpretare Elizabeth, ma una migliore la si poteva di certo trovare. Per non parlare del fatto che per tutto il tempo indossa un orribile fermaglio tra i capelli che mai si è visto nei film austeniani; e nel corso delle tre puntate indossa solo due vestiti: non posso credere che una coppia che possiede metà Derbyshire non abbia i soldi per comprare dei vestiti nuovi!
Insomma, il sempre affascinante Matthew Goode nel ruolo di Wickham e le splendide location non sono sufficienti per salvare una miniserie che è nata male in partenza con il libro da cui è tratta e che è persino peggiorata sullo schermo.
Le Ombre di Pemberley perché si sono meritate tutto ciò?

Voto: 5

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