E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

lunedì 5 dicembre 2016

Amiche di penna



In una delle sue solite giornate noiose trascorse in quel di Yonville, Madame Bovary si ricorda di una lettera che tempo prima le aveva scritto una sconosciuta signora russa desiderosa di diventare sua amica di penna. Attirata dall'idea di poter condividere con qualcuno al di fuori della mediocrità locale l'entusiasmo per la sua ultima lettura, Emma decide di rispondere alla signora russa in questione: Anna Karenina. Così nei mesi successivi, pur non incontrandosi mai di persona, Emma e Anna diventano amiche e lettera dopo lettera, apparentemente accomunate dalla stessa ricerca dell'amore e della libertà da una vita opprimente, finiscono per confidarsi gioie, sofferenze, speranze, auspici per il futuro, stralci di vita mondana e sorprendenti incontri...

Scritto da Marosella Di Francia e Daniela Mastrocinque, Amiche di penna immagina un ipotetico carteggio tra Emma Bovary e Anna Karenina nel quale le due eroine tragiche della letteratura ottocentesca, raccontando l'una all'altra le proprie vicende personali, finiscono per dipanare lettera dopo lettera quello che è il loro ben noto tragico percorso. Così troviamo una Madame Bovary immancabilmente annoiata e oppressa da una realtà matrimoniale mediocre e dalla vita di provincia che tanto detesta, che tenta di evadere dal grigiore che la attornia solo attraverso la lettura dei suoi amati romanzi; e troviamo una Anna Karenina dapprima a Venezia e poi a Parigi in "esilio" dalla Russia ipocrita che la giudica per la sua scelta di vivere senza vergogna il suo amore per Vronskij. Le due si riconoscono come anime affini, donne in un'epoca difficile per le donne che non desiderano nient'altro che essere ciò che sono senza per questo essere additate: sognano l'amore travolgente che le faccia sentire vive, sognano una vita di società autentica e non falsa come si rivela essere troppo spesso, sognano grandi emozioni. Anna apparentemente riesce a ottenere la libertà sperata e tra l'Italia e la Francia si illude di assaporare con Vronskij quella felicità che per lunghi anni le era stata negata in Russia... ma mese dopo mese, lettera dopo lettera la sua situazione diventa sempre più complicata come era prevedibile: condannata ad essere l'amante e l'adultera disprezzata da tutti e con la crescente paura di scoprire un Vronskij stanco di lei. Dall'altra parte, Emma è il simbolo dell'insofferenza verso una realtà ristretta e mediocre che non corrisponde alle proprie aspettative e che conduce la sopracitata Madame Bovary a cercare in amanti falsi e non meno mediocri degli altri una impossibile fuga dalla (sua) realtà; Emma, a differenza di Anna, sembra tradire il marito più per noia che non per reale desiderio di trovare il vero amore (e ciò le verrà aspramente rimproverato da Anna in seguito), ma quali che siano le sue ragioni... finirà anche lei per cadere nell'inevitabile vortice che la condurrà alla definitiva rovina. Entrambe sono destinate ad un finale tragico, questo lo sappiamo bene fin dall'inizio, eppure ad un certo punto sembra che per loro ci siano all'orizzonte risvolti inaspettati e la possibilità di trovare pace dopo più di cento anni di tribolazioni. In quelle lettere in cui Anna parla di grandi opportunità per Vronskij a Parigi e nelle lettere in cui Emma racconta l'incontro con due interessantissimi americani (Rossella e Rhett Butler) e la possibilità per lei di iniziare una nuova vita grazie a loro, sembra che entrambe possano sfuggire al destino scelto per loro da Tolstoj e Flaubert... ma è una speranza vana: perché nessuno può sfuggire al suo destino, soprattutto se si tratta di personaggi letterari.
Dunque, come detto in precedenza, Emma e Anna vanno incontro al loro medesimo tragico destino, però tale carteggio lascia intendere che Anna abbia cercato l'autenticità e non avendola trovata sia stata condannata dalla sua epoca falsa e ipocrita, mentre Emma abbia cercato in maniera più superficiale un escamotage alla sua vita noiosa e alla fine si sia condannata da sola.

Amiche di penna è un retelling molto originale! Le lettere delle due protagoniste ricostruiscono le vicende ben note di Madame Bovary e Anna Karenina, ma lo fanno con originalità e con la ricerca di qualche elemento alternativo che sappia rinnovare tali vicende. Troviamo allora Emma e Anna intente a scambiarsi pareri sui libri letti, a raccontarsi stralci di vita mondana o a parlare di moda; e vediamo le due eroine della letteratura interagire con altri personaggi altrettanto noti (come Rossella e Rhett, Charles Swann e Odette de Crécy e Isabel Archer) e con artisti realmente esistiti (Degas): tutto ciò cala Amiche di penna in un contesto quasi reale e tangibile, immaginando un mondo in cui i grandi personaggi della letteratura mondiale si incontrano davvero! Questo aspetto rende Amiche di penna un grande omaggio ai classici della letteratura da parte delle due autrici.
Amiche di penna è il romanzo ideale per gli appassionati dei classici dell'Ottocento: per riscoprire celebri eroine della letteratura da un punto di vista diverso.

Voto: 7,5

2 commenti:

Ariel ha detto...

Ciao, sembra un romanzo molto originale, non è la prima volta che lo sento nominare!

Silvia ha detto...

Sì, è un romanzo originale! Se ami i classici, te lo consiglio!

;-)