Catherine Morland è una ragazza come tante, senza particolari qualità, che però ha una grande passione per i romanzi gotici e questo la porta ad avere una fervida immaginazione. Durante un soggiorno a Bath insieme ad alcuni cari amici di famiglia, Catherine conosce il simpatico e affascinante Henry Tilney - di cui si innamora - e fa amicizia con Isabella Thorpe e il fratello John; quanto Henry e la sorella Eleanor si dimostrano sinceri e onesti, tanto i Thorpe si riveleranno calcolatori e falsi. Ma il destino di eroina di Catherine si compirà quando sarà invitata dal Generale Tilney a soggiornare all'abbazia di Northanger, la misteriosa tenuta che alla ragazza sembra la location ideale per vivere le avventure dei romanzi che ama leggere. Lì sarà coinvolta in alcuni misteri da svelare... o forse no! Però, dopo una serie di equivoci e peripezie, riuscirà infine a coronare il suo sogno d'amore con Henry!
L'abbazia di Northanger è il romanzo austeniano forse più insolito! Perché, sì, nel canovaccio e nello schema si rifà alle altre sue opere, con una storia d'amore che dopo diversi ostacoli e fraintendimenti ha il suo meritato lieto fine, però stavolta si tratta anche e soprattutto di un romanzo parodistico. Infatti, all'epoca di Jane Austen stavano via via riscuotendo sempre più successo i romanzi gotici: opere horror piene di fanciulle in pericolo, loschi figuri e inquietanti antichi manieri. Erano letture accattivanti e intriganti, letture che tenevano il lettore con il fiato sospeso senza essere particolarmente edificanti, letture popolari e poco impegnative ma di sicuro intrattenimento. La Zia Jane, da acuta osservatrice e indagatrice dei comportamenti della gente della sua epoca, non poteva non cogliere in questa moda una possibilità di creare un romanzo ad hoc che sapesse ironizzare sulla faccenda! Così raccontando la vicenda di una ragazza di campagna ingenua e di buon cuore appassionata di tali letture e particolarmente impressionabile al punto da credersi l'eroina di una avventura dai contorni mystery, Jane crea una perfetta parodia del genere gotico mettendo in risalto gli aspetti involontariamente ridicoli di un filone di successo e dei suoi adepti. Raccontando abilmente di Catherine che ad un certo punto crede quasi di trovarsi dinanzi a qualche terribile segreto quando arriva a Northanger, illudendosi di essere una delle eroine dei suoi amati libri, Jane vuole omaggiare con la sua consueta ironia corrosiva un genere narrativo di successo (che magari apprezzava lei stessa) ma riportandolo alla dimensione che gli spetta di genere di puro intrattenimento senza grandi pretese. Così L'abbazia di Northanger si trasforma nel romanzo più divertente e vivace di Jane, trasformando Catherine nella sua eroina più sgangherata e pasticciona e Henry Tilney nel suo eroe più simpatico e scanzonato... rendendoli i protagonisti perfetti della tipica storia d'amore austeniana - tutta amore sincero e contrastato da denaro, differenze sociali e intrighi di finti amici -, ma anche i protagonisti del perfetto, ironico omaggio al romanzo gotico!
L'abbazia di Northanger è dunque il romanzo austeniano più insolito e anche quello più ricco di sorprendenti avventure!
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