Dal celebre romanzo di Tolstoj, la tragica parabola di Anna, sposa senza amore di un alto funzionario dello Zar gelido e senza emozioni, che s'illude di poter trovare l'amore e la felicità tra le braccia del superficiale giovane conte Vronskij... illusione d'amore che la porterà alla rovina, gettandola in un oscuro baratro di sofferenza e quasi follia.
Dopo una parentesi in cui ha girato due film "contemporanei", Joe Wright con Anna Karenina torna al film in costume: genere cinematografico che gli ha dato fama e gloria, dove riesce ad esprimere al meglio il suo talento. Stavolta si confronta con l'eroina tragica di Tolstoj e la sua disperata ricerca della felicità che inevitabilmente culmina con la sua drammatica morte. Più volte raccontato sullo schermo, il destino di Anna è il destino di una donna intrappolata suo malgrado in una prigione dorata dalla quale desidera fuggire: costretta a sposare un uomo senza amarlo spera di avere una seconda possibilità quando incontra Vronskij, ma in una società basata sull'apparenza, sulla finzione, sulla recita di un copione imposto dalle regole... il vero amore è quasi impossibile o perlomeno deriso, come avviene nel caso del delicato, puro amore di Levin per Kitty - anche quest'ultima inizialmente abbagliata da un sentimento di plastica.
Anna Karenina può sembrare di primo acchito un personaggio controverso e addirittura negativo, ma la realtà è che Anna è vittima della sua società e delle sue regole che permettevano e perdonavano tutto agli uomini: cosa che non accedeva nel caso delle donne, le quali se commettevano un errore venivano additate, emarginate e scacciate; il punto è che se Anna avesse potuto scegliere il suo destino autonomamente fin dall'inizio non avrebbe sposato un uomo senza amore e l'infelicità di tale unione non l'avrebbe portata a compiere quelle scelte che in seguito decreteranno la sua rovina. Tolstoj attraverso Anna voleva lanciare un monito alle donne della sua epoca a non cadere in tentazione per non fare la sua stessa tragica fine... ma il suo punto di vista maschile non faceva altro che avvalorare le fondamenta di una società ipocrita e sbagliata. Anna diventa così lo scandalo di una società ipocrita e bigotta solo perché non teme di esporsi alla luce del sole e di rivendicare il suo diritto all'amore e alla felicità. Questo destino senza via d'uscita rende il personaggio della Karenina una figura drammatica e senza speranze... che forse solo nella morte trova quella pace e serenità che non riesce a trovare in vita.
Il film è davvero particolare, originale, pieno di inventiva! Gli esterni sono pochi (spesso ispirati a famosi quadri dell'Ottocento), tutto si svolge all'interno di un vecchio teatro che diventa il simbolo della finzione della società russa dove tutti erano quasi attori intenti a recitare ognuno il suo ruolo; attraverso questo espediente Wright ci fa entrare all'interno del meccanismo di un mondo inevitabilmente destinato a finire... ma che riteneva di poter continuare così com'era all'infinito. In qualche modo, Anna e Levin sono le due facce della stessa medaglia, due personaggi che, seppur in maniera diversa, si dibattono per scacciare via la maschera che li imprigiona e rivendicare il diritto di essere se stessi: se la società russa è un enorme palcoscenico loro non vogliono fare parte della recita, ma vogliono inseguire la via dell'autenticità che per forza di cose comporta l'allontanarsi dal palcoscenico come reietta (Anna) o per libera scelta (Levin).
Ho molto apprezzato la sceneggiatura di Tom Stoppard che ha il pregio di sistemare uno dei limiti che a mio avviso ha il romanzo: lamento sempre che la storia di Anna e Vronskij viene raccontata in maniera troppo frammentaria e che si fatica a seguire l'evoluzione della loro relazione (considerando che la narrazione si alterna con parti dedicate a Levin, che paradossalmente sono descritte in maniera più lineare), cosa che ho riscontrato in tutti gli altri film tratti dal libro, mentre invece in questa versione il tutto è raccontato meglio e soprattutto viene messo in evidenza come sia Vronskij a seguire come un'ombra Anna dappertutto fino a spingerla a cedere ai suoi sentimenti per lui.
Una delle cose che più mi ha affascinata del film è che, soprattutto nella prima parte, sembra di assistere ad un balletto! Sì, perché ogni movimento, ogni passo, ogni gesto dei personaggi sembra essere dettato da una coreografia studiata nei minimi particolari... una danza senza musica che crea un'armonia magica! Un balletto, quasi un musical (la poetica del film è stata spesso paragonata al cinema di Baz Luhrmann) accompagnato dalla splendida colonna sonora di Dario Marianelli che sa rendere il film uno spettacolo musicale senza canzoni, ma non per questo meno magico e visionario! Anima visionaria messa in atto grazie all'evidente ambientazione teatrale che non nasconde niente: né la scenografia che viene cambiata, né i tecnici che lavorano dietro le quinte e muovono i fili, né il fatto che gli attori passano da una scena all'altra semplicemente entrando in un'altra stanza che di volta in volta diventa una sala da ballo, una pista di pattinaggio, l'ippodromo per la corsa dei cavalli. E' tutto molto curioso e funziona bene, perché il cinema è soprattutto questo: sognare, inventare, usare la fantasia, aguzzare l'ingegno! I costumi di Jacqueline Durran sono spettacolari! Il cast è ben assortito e convincente, in cui spicca una Keira Knightley mai così bella ed elegante.
Anna Karenina di Joe Wright è un film originale e particolare che può essere amato o risultare troppo artefatto, ma è una festa per gli occhi, pieno di colori e di magia! Un film a cui deve essere riconosciuto il coraggio che ha avuto nel rompere gli schemi e nel trovare la sua vera natura... anche se ciò significa rischiare di non essere capito o di risultare stravagante, perché percorrere la via del period drama classico sarebbe stata più facile... ma trovare la propria identità, senza paura di essere diversi, è la cosa più importante di tutte... un po' come ha fatto Anna.
Voto: 9
11 commenti:
visto quanto attendevi questo film mi aspettavo un 10 :)
io ho adorato soprattutto la regia di joe wright, davvero favolosa, e la rappresentazione visivamente pazzesca.
Non vedo l'ora di vederlo!!
a brvissimo me lo sparo, speriamo bene!
anche te un blog di cinema? figo! ti addo tra i mie followers, passa a fare un salto dalle mie parti, ti aspetto! ;)
Carissima se tutto va bene domani vado a vederlo..non vedo l'ora...unica cosa sono ancora a metà del libro...o librone...;-)
Nb viste tutte le 3 serie di Downtown..a breve faccio un post, febbri dei pargoli permettendo.
Intanto mi leggo i tuoi super post, graziee!
@Marco: ahahahahahahahaha!!!! Beh, dai, 9 è un bel voto!!! 10 è un voto che do solo a due film: Moulin Rouge e La bella e la bestia!!! Sì, la regia di Wright è spettacolare, stavolta ha superato se stesso!
@Strawberry: è un film travolgente!!!
@Lorenzo: benvenuto!!! Sì, parlo di cinema... perlopiù film in costume!
@laura: poi fammi sapere se il film ti è piaciuto! Ehehehehe, il libro è bello consistente! Anch'io quando l'ho letto, nel 2004, ci ho messo tre settimane... che per i miei tempi di lettura è tantissimo tempo!!! Ahhh, allora, aspetto di leggere il tuo post su Downton!!!
visione rimandata a settimana prossima: non ho ancora finito il libro!
WOW! Voglio andarlo a vedere!!
Concordo con la tua disamina del personaggio di Anna. Come dice Tolstoj:
"L'ineguaglianza dei coniugi, secondo lui, consisteva nel fatto che l'infedeltà della moglie e l'infedeltà del marito erano punite in modo ineguale e dalla legge e dall'opinione pubblica."
Curiosissima di andarlo a vedere!!Ripongo aspettative altissime nell'accoppiata Joe Wright-Keira :)
Holly
@Federica: sì, meglio che finisci di leggere il romanzo... almeno puoi farti un'idea più chiara del film!
@Vele Ivy: devi vederlo assolutamente! E' un film che colora la vita!
@Holly: ehehehehehehe, ti assicuro che l'accoppiata Joe Wright-Keira ha colpito ancora: terzo film insieme, terzo capolavoro!!!
sono una voce fuori dal coro...ho apprezzato molto la regia ma non mi è piaciuta la caratterizzazione del personaggio di Anna...non emergono tutte quelle sfaccettature che si intuiscono chiaramente dal libro e il modo in cui lei sia continuamente combattuta anche nell'abbandonare il figlio...non mi ha convinto, lo attendevo davvero da tanto e mi aspettavo qualcosina in più.
@Lilly: beh, portare sul grande schermo un romanzo di quasi mille pagine non è una cosa facile... purtroppo l'approfondimento psicologico dei personaggi è qualcosa che si perde quasi sempre...
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