E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

giovedì 6 dicembre 2012

L'inventrice di arcobaleni

Intorno agli anni Venti, da qualche parte nella campagna irlandese, accadde un fatto alquanto bizzarro ad un giovane di nome Ciaran. Quel giorno aveva piovuto parecchio, una pioggia fitta e pesante, che aveva intristito il ragazzo: non amava starsene rintanato in casa, ma con quel tempaccio proprio non si poteva mettere il naso fuori dalla porta. Dopo quelle che gli parvero lunghe, interminabili ore, finalmente la pioggia smise di cadere e speranzoso di poter uscire, si avventurò fuori. Pian piano che i minuti passavano il cielo andava schiarendosi fino a lasciare spazio ai caldi raggi del sole! Ad un certo punto, Ciaran notò che un bellissimo arco variopinto era apparso in cielo: il più spettacolare degli arcobaleni illuminava il cielo d'Irlanda di mille colori! Il giovane allungò il passo nella speranza di poterlo scorgere più nitidamente. Dopo aver camminato parecchio si mise seduto sull'erba per godersi lo spettacolo. Mentre osservava l'arcobaleno accadde la cosa insolita: poteva giurare di aver visto un bagliore, come una luce, scivolare lungo l'arco colorato! Si strofinò gli occhi, pensando di essersi sbagliato: magari un riflesso del sole gli aveva causato un'illusione ottica. Ci rifletté qualche minuto, per nulla convinto... poi, per quanto gli sembrasse assurdo, si rimise in piedi e iniziò a correre verso la direzione dell'arcobaleno. Corse per parecchi minuti, finché la stanchezza e il fiatone non lo costrinsero a fermarsi, nonché una certa sensazione ridicola che si era fatta strada in lui: come poteva pensare di correre verso l'arcobaleno? Non essendo una cosa tangibile da poter toccare con mano! Quando ebbe ripreso una respirazione regolare si convinse a tornare verso casa... ma improvvisamente udì degli strani rumori provenire da dietro un cespuglio, pensando si trattasse di una bestiola si avvicino e la sorpresa che l'attendeva fu grande: si trattava di una ragazza. La fanciulla gli sorrise e gli chiese aiuto.





-"Ah, meno male! Senti, puoi darmi una mano, per favore?" e allungò una mano. Ciaran l'afferrò e l'aiutò a rimettersi in piedi. La ragazza, che recava con sé un ombrello, si diede una sistemata al vestito, poi guardò Ciaran con un sorriso.
-"Grazie di cuore!  Sai, sono caduta e non riuscivo a rialzarmi" spiegò lei.
-"Ti sei fatta male?" le chiese il ragazzo.
La fanciulla scosse il capo.
-"Oh, no, noi non ci facciamo mai male, non sentiamo dolore!" rise.
Ciaran era perplesso a causa delle parole di quella strana ragazza, che sembrava quantomeno originale.
-"Comunque, io mi chiamo Evelyn".
-"Io sono Ciaran" le strinse la mano che gli stava porgendo "Da dove vieni? Non credo di averti mai vista nei dintorni".
Evelyn scoppiò a ridere.
-"Oh, ma io non sono di qui! Io vengo da lassù!" disse indicando il cielo con un dito.
Ciaran la guardò perplesso, ormai quasi convinto di avere a che fare con una svitata.
-"Non credo di aver capito..."
-"E' facile. Io vengo dal cielo: sono un Angelo dell'Arcobaleno!" spiegò lei come se fosse una cosa ovvia.
-"Un cosa?"
-"Ma sì, ci sono tanti angeli in cielo, ognuno dei quali ha il suo compito, noi angeli dell'arcobaleno abbiamo il compito di creare gli arcobaleni in giro per il mondo dopo la pioggia!" disse lei fiera di se stessa.
-"Certamente mi perdonerai se non ti credo, no?"
Evelyn alzò gli occhi al cielo: -"Ahhh, voi umani siete noiosi proprio come mi era stato detto!"
-"Scusami, ma tutti sanno che l'arcobaleno è un fenomeno meteorologico, altro che angeli!"
-"Questa è la vostra noiosa spiegazione umana, ma non è detto che sia la spiegazione giusta!" sbuffò lei, rimase in silenzio qualche minuto, poi ebbe un'idea "Ora ti faccio vedere come creo gli arcobaleni" e detto questo, aprì il suo ombrellino e iniziò a farlo ruotare sempre più veloce, finché improvvisamente centinaia di migliaia di goccioline variopinte formarono un piccolo arcobaleno.





Ciaran era incredulo, si strofinò gli occhi e si diede dei pizzicotti ma il risultato non cambiava: Evelyn stava davvero producendo un piccolo arcobaleno con il suo ombrello.
-"Che razza di stregoneria è questa?"
-"Te l'ho appena detto: io sono un angelo che crea arcobaleni!"
-"Incredibile! E io che pensavo che la storia della pentola d'ora dei Leprechaun sistemata alla base di un arcobaleno fosse una sciocchezza!".
-"In verità, siamo noi angeli a permettere ai Leprechaun di sistemare lì le loro pentole piene d'oro... sai, sono tipi simpatici, tutto sommato! Fanno sempre delle battute divertentissime!" rise Evelyn.
-"Come, i Leprechaun esistono davvero?" chiese Ciaran sempre più incredulo.
-"Ovviamente!" esclamò mentre richiudeva l'ombrello "Ciaran, mi devi aiutare! Mi sono persa!"
-"Persa? Ma non provieni dal cielo?"
-"Appunto! E non so come tornare! Vedi, da secoli creo arcobaleni... e avevo sempre coltivato un desiderio: scivolare su uno di essi, perché mi era sempre sembrata una cosa divertente! Così prima, approfittando della distrazione di una mia amica, sono saltata sull'arcobaleno che avevo appena creato e, beh, sono scivolata giù!"
-"Non posso crederci!"
-"Ma ti assicuro che è uno spasso!" ridacchiò, "Solo che adesso non so come tornare a casa..."
-"Non puoi volare fin lassù?" ipotizzò lui.
Evelyn scosse il capo.
-"No, l'unico modo per tornare su... è risalire grazie ad un arcobaleno: devo trovarne uno e arrampicarmi da lì..."
-"Beh, non puoi usare il tuo?"
-"Troppo tardi: è già sparito..."
Ciaran notò solo in quel momento che l'arcobaleno non c'era più.
-"Puoi sempre crearne uno con il tuo ombrellino, no?"
-"Impossibile. Dalla terra gli arcobaleni non sono come in cielo... inoltre, per essere un vero e proprio arcobaleno deve essere creato dopo che ha piovuto".
-"Accidenti, che bel guaio" sospirò il ragazzo, Evelyn annuì tristemente. Dopo qualche minuto il ragazzo ebbe un'idea, prese l'angelo per mano: "Forse posso aiutarti a trovare un arcobaleno!" e detto questo i due corsero verso la casa di lui. Una volta arrivati, Ciaran prese una bicicletta e disse a Evelyn di sedersi dietro di lui. La ragazza appariva perplessa, ma il giovane le assicurò che non c'era di che preoccuparsi. Così salirono entrambi sulla bici e Ciaran iniziò a pedalare.
-"Andremo in cerca di un temporale e non appena la pioggia smetterà, ci sarà un bell'arcobaleno pronto a riportarti a casa!" le spiegò lui.
Ciaran pedalò per almeno un'ora, finché il mutevole cielo irlandese non fece il suo dovere: improvvisamente scoppiò a piovere, tanto che i due dovettero andare a ripararsi dentro un pub. Attesero finché la pioggia non smise di cadere, poi uscirono e si avviarono verso l'aperta campagna. E lì trovarono un bellissimo, coloratissimo arcobaleno!
-"Eccolo, eccolo!" gridarono all'unisono.
Scesero dalla bici e stavolta fu Evelyn a prendere la mano di lui e a condurlo con sé. Magicamente arrivarono proprio alla base dell'arcobaleno: Ciaran era incredulo dinanzi a quella vista! Non aveva mai visto dei colori così luminosi!
-"Puoi sfiorarlo, se vuoi!" lo invitò la ragazza.
-"Ma è fatto di luce!" obiettò lui.
-"Insomma, una volta vuoi darmi ascolti?" sbuffò lei.
-"D'accordo..." e detto questo, con mano tremante sfiorò l'arcobaleno! Sì, era fatto di luce... eppure, al tatto sembrava quasi panna... panna colorata!
Scoppiò a ridere.
-"L'arcobaleno, sto sfiorando l'arcobaleno!"
-"Che ti dicevo?"
Dopo qualche istante di euforia, Evelyn diventò seria: "Ora devo andare, prima che l'arcobaleno si dissolva..."
Ciaran annuì con tristezza, ormai si era affezionato a quella bizzarra creatura.
-"Grazie per avermi aiutata".
-"Giuro che finché vivo non ti dimenticherò mai" sorrise il ragazzo.
Allora Evelyn si alzò in punta di piedi e lo baciò. Ciaran, senza accorgersene, aveva chiuso gli occhi. Quando li riaprì vide che Evelyn non c'era più... ma poteva giurare di aver visto una luce, come un bagliore, salire sull'arcobaleno! Sapeva che non si era trattato di un'illusione ottica!



7 commenti:

Vele Ivy ha detto...

Che bella storia!! I protagonisti sono teneri e divertentissimi, mi sembra quasi di conoscerli! Mi hai dato una ventata di buon umore con questo racconto :-)

Giulia S. ha detto...

ohhh è così che si dovrebbero raccontare le cose ai bambini :D

Silvia ha detto...

@Vele Ivy: grazie!!! Sono contenta che questa storia ti abbia divertita e messa di buon umore!!!

@Giulia: ehehehehehe, grazie!!!

Anonimo ha detto...

che bel racconto silvia!complimenti!molto simpatico e fresci :)
ma finisce così o ci sarà un seguito? :P
holly

Silvia ha detto...

@Holly: grazie!!!! Per il momento finisce così... però non si sa mai...

;-)

Anonimo ha detto...

ups mi sono accorta ora..volevo dire "fresco" :P
holly

Silvia ha detto...

@Holly: ehehehe, tranquilla!!!

;-)