Inghilterra, Seconda guerra mondiale. Nella segretezza di Bletchley Park alcuni dei più grandi cervelloni del Paese lavorano nel tentativo di decrittare il famigerato Codice Enigma, l'infernale macchina usata dai nazisti per le loro comunicazioni segrete. Tutti ritengono che decifrare Enigma sia impossibile, ma il genio della matematica Alan Turing è convinto del contrario e inventa una strana macchina che secondo lui potrà neutralizzare Enigma. La macchina di Turing riuscirà nell'impresa, consentendo agli Alleati di vincere la guerra, ma Turing in seguito verrà perseguitato dal governo inglese a causa della sua omosessualità e la sua storia di eroe sconosciuto finirà in tragedia.
Diretto dal regista norvegese Morten Tyldum, The Imitation Game si basa sulla vita di Alan Turing e su quanto è accaduto in quel di Bletchley Park durante la Seconda guerra mondiale. E' in quella tenuta isolata nel sud dell'Inghilterra che si è combattuta forse la battaglia più importante: lì il governo riunì i più grandi matematici e non solo inglesi con l'obiettivo di venire a capo di Enigma; decifrare il terribile codice nazista avrebbe consentito agli Alleati di conoscere le mosse dei tedeschi e di contrattaccare di conseguenza per sconfiggerli. L'impresa non era facile però con la dedizione e l'impegno di donne e uomini tutto ciò è stato possibile. Principalmente a compiere il miracolo è stato Alan Turing, geniale e tormentato matematico, che con l'invenzione di Christopher una complessa macchina in grado di "pensare da sola" riuscì ad elaborare un sistema in grado di dare un senso alle frasi senza senso di Enigma; proprio grazie a Christopher la guerra è stata abbreviata di almeno due anni e sono state salvate 14 milioni di vite umane.
Alan Turing, timido e scontroso genio dal passato doloroso e dai segreti inconfessabili, è diventato un eroe nazionale per caso, la figura straordinaria a cui l'Europa deve la salvezza e la sconfitta del nazismo. Un eroe che purtroppo nessuno ha ringraziato, dapprima per la segretezza obbligatoria - in vigore per decenni - dettata dal governo sull'operazione Enigma, e in seguito per il crudele destino che si è abbattuto su di lui in un tempo di intolleranza e pregiudizi: Turing in quanto omosessuale - all'epoca illegale - è stato perseguitato per questo e ha concluso i suoi giorni nella solitudine e nella sofferenza più atroce e umiliante prima di togliersi la vita a soli 41 anni. Anche Turing - come è accaduto a molti altri - è stato vittima della stessa condanna inflitta a chi ha cambiato la storia: ossia di non essere compreso dai suoi contemporanei; solo di recente il governo britannico lo ha "riabilitato" e ha chiesto perdono per le ingiustizie da lui subite, quando ormai non serve a niente scusarsi. Forse il destino dei grandi è quello di essere incompresi, forse è questa la loro grandezza, eppure è quasi imbarazzante poggiare la nostra stessa libertà sulla sofferenza e sull'oblio di qualcuno che non solo avremmo dovuto ringraziare... ma di cui ignoriamo persino il nome e la vicenda umana. Turing è un eroe senza nome, dimenticato... eppure, dietro questo nome mai sentito si nasconde un tassello fondamentale della nostra storia passata, si nasconde una storia di persecuzione da cui trarre insegnamento per demolire intolleranza e pregiudizi di oggi. Dietro a questo nome mai sentito si nasconde un'invenzione che, dopo settanta anni, cambia la nostra vita ogni giorno: perché la macchina che Turing chiamava Christopher noi la chiamiamo computer.
Oltre alla drammatica vicenda di Turing, a colpire è anche il personaggio di Joan Clarke, la giovane matematica che fu nel team di Alan e contribuì a risolvere l'Enigma. Joan - per un certo periodo fidanzata con Turing - da donna in un settore prettamente maschile ha vissuto in prima persona il pregiudizio e benché fosse qualificata e brillante quanto e più dei colleghi maschi ha dovuto combattere per farsi largo in un sistema che la guardava con sospetto. Fa riflettere la scena in cui compare per la prima volta, quando accorsa a Bletchley Park per sostenere un test per entrare nel team anti-Enigma, viene scambiata per un'aspirante segretaria e scacciata perché in quanto donna non è logicamente all'altezza di confrontarsi con i colleghi uomini, qualificati già per il solo fatto di essere uomini. Ma Joan risolvendo il cruciverba a tempo di record - superando persino Turing - dimostra che lei e le donne in generale non sono inferiori a nessuno, nemmeno agli uomini. Il personaggio di Joan è il simbolo di un mondo di ineguaglianze e ipocrisie, laddove l'affermazione femminile era ancora ben lontana e Joan è il simbolo del coraggio che bisogna dimostrare per sovvertire un sistema sbagliato. Alan e Joan sono simili, entrambi in lotta contro l'ingiustizia che li giudica, ma solo Joan riuscirà a vincere. La loro amicizia è toccante e significativa nonché uno degli elementi più importanti del film.
Nel 2012 mi sono imbattuta per caso nella storia di Alan Turing e dopo averla scoperta mi sono sentita angosciata per una settimana, e ho subito pensato che fosse una storia che doveva essere raccontata in un film; così nel 2013 sono stata contenta di sapere che avrebbero girato una pellicola su di lui e che sarebbe stata coinvolta anche la mia attrice preferita.
The Imitation Game è stato acclamato come un capolavoro, e lo è davvero. Perché, seppur strutturato in maniera lineare, non è retorico o banale: racconta con onestà i fatti storici senza abbellimenti inutili ma per come si sono svolti. Non ci sono facili eroismi, il film racconta la storia di individui fuori dal comune - questo sì - che in silenzio, con i loro pregi e difetti, hanno sconfitto il nazismo, anche a costo di sacrifici personali. Racconta la storia di una macchina infernale contrapposta a una macchina che ha cambiato il corso della guerra e, poi, l'umanità intera. Racconta con dignità, senza drammi e sciocchi sentimentalismi, la lotta di individui per affermare se stessi. Racconta la tragedia di un uomo che la Storia ha umiliato nel peggiore dei modi invece di essergli riconoscente. Racconta una storia che quasi nessuno conosce ma che è giusto raccontare: perché dimenticare o ignorare equivale a umiliare ancora una volta Alan Turing. The Imitation Game è un capolavoro perché racconta tanti temi scottanti con sobrietà, con la consapevolezza che le grandi storie non hanno bisogno di "effetti speciali" per essere grandi storie.
Benedict Cumberbatch è straordinario nel ruolo di Turing e non c'è da stupirsi visto che si tratta di uno dei più talentuosi attori in circolazione. E' bravissimo nel misurare alla perfezione le contraddizioni, gli atteggiamenti scostanti, i tormenti, le gioie e le sofferenze del suo Alan: è perfetto in ogni singola scena, quei suoi struggenti occhi chiari ti inchiodano e ti spezzano il cuore. E' un privilegio essere appassionati di cinema quando si può assistere a tanta bravura sullo schermo. Bravissima è anche Keira Knightley nei panni di Joan Clarke, grazie a un personaggio così significativo al quale ci si affeziona subito. Keira è stata brava in tanti importanti ruoli nel corso della sua carriera, ma in questo film dà il meglio di sé interpretando con intensità e profondità il suo ruolo migliore. Sia Benedict che Keira offrono interpretazioni da Oscar. Ottimo anche il cast di comprimari. Non male la regia di Tyldum ed è molto efficace la colonna sonora di Desplat.
The Imitation Game è un thriller avvincente, emozionante e commovente, è il racconto di una incredibile e tragica vicenda storica e umana. E' un film che parla di un passato ormai lontano che però ci riguarda tutti. E' un film che dimostra ancora una volta quanto il confine tra giustizia e ingiustizia sia labile e possa cambiare a seconda delle circostanze. E' un film su un computer che ha sconfitto il nazismo.
In primo luogo, The Imitation Game è un film su un uomo, Alan Turing, che merita di essere ricordato.
Voto: 9
Sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.
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