E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

lunedì 5 maggio 2014

Mansfield Park



Fanny Price, parente povera dei Bertram, viene accolta ancora bambina da Sir Thomas e Lady Bertram; cresce così nella magnificenza di Mansfield Park. Timida e giudiziosa, trova nel cugino Edmund amicizia e sostegno, il solo che sappia trattarla da pari a pari. Quando il caos esterno irromperà nella pace di Mansfield, rischiando di far smarrire la retta via ai suoi abitanti, sarà la fermezza e lungimiranza di Fanny a salvare la baracca...

Mansfield Park è il romanzo più "difficile" di Jane Austen, probabilmente è il meno apprezzato. Fondamentalmente questo poco amore nasce dal fatto che Mansfield Park non è né Orgoglio e pregiudizio, né Ragione e sentimento o Persuasione: ossia non presenta personaggi affascinanti per cui tifare, non ha una storia d'amore da batticuore e non fa sognare. Ma l'errore di chi si avvicina a Mansfield Park, e non lo ama deluso dal fatto che non sia un Orgoglio e pregiudizio, è proprio quello di ritenere Mansfield Park brutto proprio perché non ci sono delle Lizzy e dei Darcy tra le sue pagine. Mansfield Park non è come gli altri romanzi di Jane, questo è lampante. E sicuramente Jane non voleva che lo fosse. Mansfield Park nemmeno sembra un romanzo austeniano tanto è diverso dalla produzione tradizionale di Jane. In questo romanzo saltano agli occhi particolarmente alcune diversità. Ad esempio, lo stile narrativo a tratti brutale, uno stile che svela intenzioni poco onorevoli o elementi controversi senza cercare di alleggerire i toni; infatti, la proverbiale ironia austeniana è quasi del tutto assente, questo perché la negatività dei personaggi deve essere mostrata senza filtri ma così com'è, anche se è una scomoda verità. Negli altri romanzi ci sono personaggi negativi ma attraverso l'ironia Jane riesce a sdrammatizzare anche le situazioni peggiori, in Mansfield Park non si poteva fare lo stesso: era necessario raccontare ogni cosa così com'è... anche se si tratta di situazioni e personaggi poco piacevoli. E allora Jane racconta della meschinità di Mrs Norris, di Maria o Mary Crawford senza perdersi in inutili abbellimenti, che sarebbero solo deleteri e sbagliati.
Un'altra diversità che appare evidente in Mansfield Park è che la protagonista Fanny Price rispetto alle sue "colleghe" è un personaggio molto defilato nella storia, un personaggio che resta sempre sullo sfondo, che si confonde... tutto ciò in favore di una storia corale che ci presenta molti personaggi con personalità assai differenti. Questo perché Mansfield è un mondo a sé, un mondo da raccontare nella sua complessità, un mondo animato da personaggi diversi ai quali dare risalto per giungere, infine, ad un impietoso giudizio su questa umanità alla deriva. Mansfield Park è la metafora dell'umanità, umanità spesso meschina e autolesionista, e Fanny è l'elemento dissonante, l'aliena che osserva impietosamente, dal di fuori, tale deriva morale. Questo è Mansfield Park: lo sguardo più profondo e disincantato di Jane rispetto al mondo, un mondo ahilei - ahinoi - votato alla superficialità e meschinità alle quali nulla (forse) può porre rimedio. E' dura accettarlo ma è così.
Per questo Mansfield Park è il romanzo meno amato di Jane e per questo è probabilmente il suo capolavoro. La storia d'amore tra Fanny e Edmund è praticamente inesistente, non c'è nulla e nessuno a cui appassionarsi, ma Jane ci suggerisce di andare oltre la mera storia d'amore: oltre per riconoscere i mali della (nostra) società... e forse provare a non essere così...
Del resto, un altro primato di Mansfield Park è che rappresenta tra le sue pagine forse i due personaggi più negativi di tutta la produzione austeniana: Mrs Norris - egoista e ipocrita - e Mary Crawford - superficiale e falsa.

Nel rileggere Mansfield Park dopo tanti anni mi sono stupita di trovare un romanzo molto più maturo di quanto ricordassi, un romanzo scomodo, sì, ma ricco di luci e ombre e spunti di riflessione. Romanzo unico nella produzione austeniana, è un romanzo da (ri)leggere con il giusto approccio e i giusti presupposti per poterlo comprendere e apprezzare. Non va letto pensando di avere tra le mani Orgoglio e pregiudizio, Ragione e sentimento o Persuasione, ma va letto per ciò che è veramente: Mansfield Park.



1 commento:

laura ha detto...

Mi trovo molto in linea con quanto scrivi cara Silvia, Mansfield Park non attira il lettore appassionato di romanzi 'd'amore' o comunque lo lascia deluso..ma come ritratto sociologico e come ritratto dei mali sociali dell'epoca ( e non solo..) e' straordinario nel suo genere. Buon compleanno Mansfield Park !