E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

lunedì 13 gennaio 2014

Golden Globes 2014

Poche ore fa a Los Angeles si è svolto il consueto appuntamento della cerimonia dei Golden Globes, uno dei premi più importanti dell'award season. La notizia del giorno non può che essere la vittoria de La grande bellezza: il film di Paolo Sorrentino acclamato in ogni dove che mette a segno il colpaccio andando a vincere il Golden Globe come miglior film straniero e ora puntare all'Oscar è d'obbligo! E pensare che sono anni che io non vedo un film italiano...

A vincere il Golden Globe come miglior film drammatico è 12 anni schiavo di Steve McQueen. Miglior attore drammatico è Matthew McConaughey per Dalls Buyers Club. Miglior attrice drammatica è Cate Blanchett per Blue Jasmine: e qui sono molto contenta perché è una delle mie attrici preferite!
A vincere nella categoria miglior film commedia è American Hustle di David O. Russell. Miglior attrice brillante è un'altra delle mie interpreti preferite: Amy Adams! Leonardo DiCaprio vince il premio di miglior attore in una commedia per The wolf of Wall Street. Migliori attori non protagonisti sono Jennifer Lawrence per American Hustle e Jared Leto per Dallas Buyers Club; nella categoria attore non protagonista io tifavo per qualcun altro... quindi per me è una vera sofferenza questo risultato, non metto in dubbio la bravura di Leto... ma il mio cuore puntava altrove... E così anche quest'anno, come tutti gli anni, rimango delusa dalla mancata vittoria di chi dico io!
A Spike Jonze va il premio per la miglior sceneggiatura per Her. Alfonso Cuaron vince il premio di miglior regista per Gravity. Miglior colonna sonora originale è quella di All is lost. Miglior canzone è la bellissima Ordinary Love degli U2: scritta per il film su Mandela. Frozen vince come miglior film d'animazione.
A Woody Allen il premio alla carriera.


Ecco le foto dei vincitori...







Un italiano a Los Angeles: Paolo Sorrentino






Regista e cast di 12 anni schiavo




Steve McQueen




Matthew McConaughey






Cate Blanchett






Leo DiCaprio






Amy Adams






Jennifer Lawrence






Jared Leto. Da ora in poi non potrò più ascoltare una canzone dei Thirty seconds to Mars con la stessa convinzione... Non volermene Jared: mi piaci molto... ma il mio cuore puntava altrove...






Alfonso Cuaron: miglior regista




I mitici U2: l'ho sempre detto che le canzoni che scrivono per la colonna sonora di un film sono sempre particolarmente belle!






I registi di Frozen

sabato 11 gennaio 2014

Maria Antonietta: i ritratti

Cerchiamo di conoscere meglio Maria Antonietta e il suo mondo attraverso i suoi ritratti...




















































martedì 7 gennaio 2014

Ritratto di signora: Maria Antonietta



Maria Antonietta, chiamata Antoine in famiglia, nacque a Vienna nel 1755, penultima figlia di Maria Teresa d'Austria e di Francesco Stefano di Lorena. La bambina crebbe senza suscitare l'interesse della madre imperatrice, troppo occupata negli affari di stato e più vicina ad una delle figlie maggiori, Maria Cristina (preferenza che fece soffrire molto la piccola Antoine). Gentile e di buon cuore, Maria Antonietta durante l'infanzia fu molto legata alla sorella di poco maggiore Maria Carolina (futura regina di Napoli). Antoine amava la danza ed era molto abile in questa arte, ma non ricevette un'istruzione adeguata durante gli anni giovanili, lacuna che in seguito si sarebbe rivelata grave. Intanto, Maria Teresa era impegnata a piazzare le figlie con i partiti più in auge in Europa, così da tessere importanti alleanze politiche; la giovane Maria Antonietta si ritrovò al centro di questo valzer dei matrimoni quasi per caso: infatti in seguito a una serie di circostanze che impedirono le unioni matrimoniale inizialmente pensate dall'imperatrice, la figlia minore divenne improvvisamente interessante agli occhi della madre quando si prospettò la possibilità di darla in moglie al delfino di Francia. Così frettolosamente si cercò, per quanto possibile, di tappare le lacune della sua frammentaria istruzione e nell'aprile del 1770 Maria Antonietta venne spedita in Francia per sposare Luigi Augusto. Le nozze vennero celebrate il 16 maggio e Maria Antonietta divenne la delfina di Francia, ma questo nuovo status non le portò gioia. Luigi Augusto era un ragazzo insicuro, debole, con il complesso d'inferiorità che la trattava con gentilezza ma nient'altro e si curava solo della caccia e dell'hobby del lavoro di fabbro. A corte Maria Antonietta era vista con sospetto a causa della sua origine austriaca (la chiamavano l'Autrichienne in senso dispregiativo) e nemmeno il popolo stravedeva per lei e iniziò ben presto a screditarla con libelli offensivi se non addirittura osceni. A questo clima non roseo ci si aggiungevano gli intrighi e i pettegolezzi di corte, per non parlare dell'assurda etichetta di Versailles che la delfina trovava ridicola. In quel periodo, dovette vedersela anche con la scandalosa favorita di Luigi XV, Madame Du Barry, a cui la delfina - a causa dei trascorsi poco chiari della contessa - non voleva rivolgere nemmeno la parola, anche se infine fu costretta a cedere e a parlarle una sola volta, dicendole "C'è molta gente oggi a Versailles". Ma le amarezze di Maria Antonietta erano solo all'inizio. Tutti sapevano che il matrimonio non era stato consumato e quindi la colpevolizzavano di non aver ancora dato un erede al trono alla Francia; ai pettegolezzi di corte, si aggiungevano le dure ammonizioni di Maria Teresa che da Vienna la biasimava per la sua incapacità di suscitare la passione nel marito, benché lei avesse tentato a lungo di dimostrarsi affettuosa con il delfino. Inoltre, da Vienna - vero obiettivo di quelle nozze politiche - facevano pressioni sulla delfina affinché promuovesse gli interessi austriaci alla corte di Versailles, cosa che non le riuscì mai nemmeno da regina, visto che il re non le permetteva di interferire in affari politici.
Nella primavera del 1774 Luigi XV morì di vaiolo e il delfino salì al trono come Luigi XVI e Maria Antonietta divenne regina di Francia.
Anno dopo anno, senza figli, con la corte ostile e la continua derisione del popolo, la posizione di Maria Antonietta a Versailles invece di consolidarsi si faceva sempre più precaria. Nel tentativo di evadere da tutte le amarezze e dalla solitudine che l'attanagliava, iniziò a darsi ai piaceri della vita: si faceva confezionare splendidi abiti all'ultima moda, le sue acconciature diventavano sempre più eccessive, giocava d'azzardo e in generale spendeva molto denaro. Inoltre, aveva stretto amicizia con personaggi che spesso e volentieri davano adito a pettegolezzi, coma la duchessa di Polignac; i libelli atti a screditare la regina fioccavano, attribuendole una vita dissoluta e svariati amanti. Per sfuggire alle malelingue e all'opprimente corte di Versailles, Maria Antonietta iniziò a rifugiarsi nel Petit Trianon, un piccolo edificio che sorgeva nel giardino della Reggia, dono del marito; lì Maria Antonietta ambiva a vivere in maniera più semplice e spontanea, indossava semplici abiti bianchi e, in seguito, aveva fatto costruire un piccolo villaggio di campagna, l'hameau de la Reine, dove si producevano latte e formaggi. Il Petit Trianon era il suo piccolo mondo, lì la regina poteva essere davvero se stessa, vi accoglieva solo gli amici più intimi e amava comportarsi come una contadinella, che tante volte interpretava nei piccoli spettacoli allestiti nel palazzo.
Intanto, nel 1777 Giuseppe II, fratello di Maria Antonietta, giunse a Versailles per risolvere i problemi matrimoniali della sorella, anche grazie al suo intervento il matrimonio tra la regina e Luigi XVI venne finalmente consumato dopo sette anni; così nel 1778 Maria Antonietta diede alla luce la sua prima figlia Maria Teresa aka Madame Royale. In seguito, la regina mise al mondo altri tre figli: il delfino Luigi Giuseppe, Luigi Carlo e Sofia Elena (morta in tenera età).
Nel frattempo, l'economia francese non era florida a causa delle guerre, del supporto francese ai coloni americani nella guerra d'indipendenza contro l'Inghilterra e in generale perché Luigi XVI non era un fulmine di guerra, essendo indeciso e facile da manipolare. I libelli che screditavano la regina continuavano ad essere stampati senza sosta (se non in Francia, in Inghilterra), Maria Antonietta era alla base di tutti i problemi del Paese, colpevole di tutto e con il popolo stremato dalle tasse, dalla fame, che non aveva nemmeno il pane... la sua reputazione peggiorava sempre di più.
Nel corso degli anni Ottanta, Maria Antonietta instaurò un rapporto di grande amicizia, confidenza e forse qualcosa di più con il conte svedese Hans Axel von Fersen, che aveva incontrato anni prima durante un ballo in maschera. Bello, intelligente ed eroe della Rivoluzione americana, Fersen fu probabilmente amante della regina e fu sicuramente il suo grande amore.
A peggiorare la fama della regina, agli occhi dell'opinione pubblica, si aggiunse lo scandalo della collana, un prezioso monile che un gioielliere svizzero pensava di aver venduto a Maria Antonietta per tramite del cardinale di Rohan, ma di cui lei era all'oscuro: si era trattato di un inganno ordito da Jeanne de la Motte-Valois, la quale venne poi arrestata. Ma ormai la reputazione della regina era definitivamente compromessa.
Intanto, la crisi finanziaria del Paese si faceva sempre più disperata, pertanto il re nel tentativo di trovare una via d'uscita decise di convocare gli Stati Generali nel maggio del 1789. Il 4 giugno di quell'infausto anno morì il delfino Luigi Giuseppe, evento che passò quasi inosservato dal momento che la Francia era in fermento: la Rivoluzione francese era alle porte. Tra giugno e luglio l'auto-costituita Assemblea nazionale del Terzo Stato reclamò i suoi diritti e il re tentò di mettere fine al potere del Terzo Stato e di chiudere gli Stati Generali, ma era ormai troppo tardi: i tumulti scoppiati a Parigi in quei giorni culminarono con la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789. Era l'inizio della fine della monarchia assoluta e dei Borbone. Dopo tali fatti, la famiglia reale venne condotta alle Tuileries. Il 21 giugno 1791 la famiglia reale tentò la fuga: intendeva giungere a Montmédy dove sorgeva una fortezza, lì il re avrebbe potuto contare sull'aiuto di truppe rimastegli fedeli; ma vennero scoperti e arrestati a Varennes, poco distanti dalla loro meta dove avrebbero ritrovato la libertà. Questo compromise ulteriormente la posizione del re e della famiglia reale. In seguito, la famiglia reale venne imprigionata alla Torre del tempio. Al termine del processo, Luigi XVI venne condannato a morte e fu ghigliottinato il 21 gennaio 1793. Intanto, la regina, che ora veniva chiamata vedova Capeto (con il cognome che era stato assegnato al re dopo che i titoli nobiliari erano stati banditi), era sempre più sconsolata e invecchiata; in quel periodo alcuni ordirono dei piani per liberarla e questo accelerò la decisione di giustiziarla. Condotta alla prigione della Conciergerie, Maria Antonietta fu ghigliottinata il 16 ottobre 1793. Si concludeva così la tragica parabola dell'infelice Antoine.

Maria Antonietta è forse il personaggio più incompreso di tutta la storia. Detestata e screditata in vita ed equivocata per decenni dopo la sua morte. Da quando arrivò in Francia, nel 1770, fino ad oggi le sono state attribuite innumerevoli colpe, innumerevoli vizi. Le sono state attribuite frasi e comportamenti crudeli e insensibili, come la famosa frase "Se non hanno pare, che mangino brioches" che non solo non pronunciò mai, ma che era iniziata a circolare almeno cento anni prima, detta forse da un'altra persona. Nondimeno, questa vergognosa frase e le altre sue presunte colpe hanno continuato ad aleggiare attorno alla sua figura per lungo tempo. Le si condanna di essere stata una donna frivola interessata solo ai vestiti e ai divertimenti e forse in parte lo era, ma è stata soprattutto una donna infelice segnata da un matrimonio disastroso, da una madre opprimente che la faceva sentire una nullità e da un ruolo, quello di regina, per il quale non era tagliata. I suoi contemporanei l'accusavano di essere senza scrupoli, quando in realtà era una donna gentile, generosa e soprattutto una madre attenta e presente che si preoccupava dei suoi figli. Ben lontana dall'immagine mostruosa a viziosa che i libelli dipingevano. Non era una santa, ma nemmeno un demone. Era solo una donna gentile e modesta, senza particolari doti o meriti, una persona qualunque che solo per caso si ritrovò in una posizione per la quale era inadeguata, proprio come Luigi XVI: entrambi erano mediocri e non particolarmente brillanti, inadatti a regnare, i quali si ritrovarono loro malgrado nel posto sbagliato al momento sbagliato. Questa fu la loro "colpa" e questa fu la loro condanna. Quali che fossero le sue mancanze, Maria Antonietta non meritava la tragica fine che il destino le ha riservato, forse avrebbe meritato maggior clemenza da parte della storia, che invece impietosa si è abbattuta su di lei e sulla sua famiglia.
Commuove il suo tragico destino e la crudeltà con la quale fu trattata (lei e la sua famiglia) in quegli ultimi drammatici giorni.
Ciò che merita Maria Antonietta è di essere riscoperta, riabilitata dalla triste fama che ancora la perseguita, dovrebbe essere approfondita e studiata così da abbattere i pregiudizi su di lei e di conoscerla per quella che è stata veramente: Madame Antoine, vittima della sua epoca.

"Se abbiamo delle colpe, di certo le abbiamo espiate" .
(Maria Antonietta)



domenica 5 gennaio 2014

Cronaca di una giornata incantevole



In questo post voglio raccontare la mia giornata a Siena dello scorso 11 dicembre, quando ho avuto modo d'incontrare Daniel Brühl. Ho deciso di raccontare questa esperienza perché mi sembra bello dimostrare che al di là del personaggio famoso c'è soprattutto una bella persona!

Come ho spiegato in precedenza, benché conoscessi bene Daniel Brühl da anni, solo dallo scorso settembre, grazie all'uscita di Rush, mi sono appassionata a lui, così solo da pochi mesi lo sto seguendo assiduamente. Eppure, il colpo di fulmine è stato talmente forte che fin da subito ho avuto il desiderio di vederlo dal vivo! In settembre mi sono persa la premiere italiana di Rush e mi dispiaceva moltissimo; pensavo sarebbe stato difficile vederlo presto in Italia, ma mi sbagliavo. Infatti, il caso ha voluto che tra novembre e dicembre tornasse in Italia per girare il suo nuovo film: prima a Roma e poi a Siena. Avevo provato a cercare di individuare il set del film a Roma, ma praticamente era impossibile. Quando la troupe si è spostata a Siena sapevo che lì sarebbe stato più facile trovare il set... ma sapevo anche che ci voleva molta fortuna! Comunque, ogni giorno uscivano tante foto dal set di Siena e sapendo che si tratta di una cittadina, ho iniziato a pensare che non fosse poi un'impresa così impossibile... e infine mi sono decisa a tentare! Così l'11 dicembre prendo il treno per Siena! Arrivata nella ridente cittadina toscana, cerco subito d'individuare le tracce del bell'attore. Giro in lungo e in largo per il centro storico, chiedo informazioni sul set del film a vigili e negozianti ma nessuno sa niente, a parte indicarmi le location dove hanno girato nei giorni precedenti. Arrivo fino al duomo, poi una persona mi indica il tribunale come possibile location per le riprese di quel giorno e vado alla ricerca del tribunale. Non trovando la direzione del tribunale entro dentro un tabaccaio e chiedo informazioni sul set del film: il tabaccaio non lo sa. Esco dal tabacchi... volto lo sguardo e vedo un ragazzo e nel vederlo penso "Accidenti, quel ragazzo somiglia tantissimo a Daniel", il mio cervello impiega almeno quindici secondi a realizzare che quel ragazzo non è che somiglia a Daniel: quel ragazzo E' Daniel!!! Cosa confermata dal fatto che lo sento pronunciare qualcosa probabilmente in tedesco! E dov'è che stava andando lui? Dal tabaccaio per comprarsi le sigarette... lo stesso tabaccaio dal quale ero uscita venti secondi prima dopo aver chiesto informazioni sul set!!! Non potevo crederci!!! Ero sotto shock!!! A quel punto, in pieno delirio (e qui il mio racconto potrebbe farsi un po' confuso perché non connettevo più molto), prendo macchina fotografica, carta e penna e aspetto. Uscendo dal tabacchi, lui nota il mio armamentario e si ferma. Io tremavo come una foglia, totalmente sotto shock, lui invece era tranquillissimo! Mi ha firmato una dedica (mi ha chiesto in inglese come mi chiamavo e quando gli ho risposto mi ha chiesto se si scriveva con la Y o con la I... poi ci ha riflettuto un attimo e ha fatto da solo I) e si è fatto un paio di foto insieme a me; ero così in delirio che ad un certo momento avevo in mano taccuino e penna e non sapevo dove metterli per fare la foto... così il tizio che era con lui si è offerto di tenermeli nel frattempo!!! Dopo le foto gli ho chiesto dove avrebbero girato quel giorno e lui mi ha indicato un luogo (ma credo che si sia sbagliato perché hanno girato altrove quella sera). In tutto questo, lui è stato gentilissimo e disponibile, assolutamente dolcissimo; addirittura, era lui a ringraziare per il fatto che lo ringraziavo per la sua gentilezza! Dopo foto, autografo e l'aver scambiato due parole, Daniel è tornato davanti all'entrata dell'albergo (praticamente attaccato al tabaccaio) ed è rimasto lì davanti una decina di minuti a parlare con l'altro tizio. Io mi sono messa lì di fronte e gli ho scattato qualche foto. Poco dopo è scesa una donna e tutti e tre si sono incamminati e io l'ho seguito per un po', cosa di cui lui si è accorto perché di tanto in tanto si voltava! Attraversata Piazza del Campo, i tre si sono infilati dentro un ristorante. A quel punto, dopo qualche minuto sono andata via. Per tutto il primo pomeriggio ho continuato ad andare avanti e indietro lungo la via dell'albergo nella speranza di incontrarlo di nuovo, sono anche andata a cercare il luogo che lui aveva indicato per le riprese di quella sera, ma non c'erano tracce dell'imminenza di riprese cinematografiche. Verso le 15,40 sono tornata davanti all'albergo e lì c'erano alcune ragazze che stavano aspettando Cara Delevigne, la modella protagonista del film. Dopo un'ora di attesa, verso le 16,40 finalmente Daniel compare nella hall dell'hotel: era al telefono. I minuti passavano e io alle 17,40 dovevo riprendere il treno, così speravo che terminasse presto e uscisse per poterlo fermare un'altra volta; ma dopo aver chiuso la telefonata nella hall dell'hotel c'era una certa agitazione e ad un certo punto hanno abbracciato tutti Daniel. Sulle prime non ho capito il perché... anche se riflettendoci dopo, sul treno, mi sono ricordata che conoscevo bene la ragione: quel giorno avevano annunciato le nomination degli Screen Actors Guild e lui ne aveva ottenuta una per Rush! Comunque, poco dopo finalmente si avvicinano tutti alle porte dell'albergo pronti per andare sul set: il gruppo di ragazze si catapulta verso Cara, io vado verso Daniel e nel mentre in quel delirio spunta anche Valerio Mastandrea che tentava di farsi largo tra la calca (io l'ho visto per caso alzando la testa!). Daniel si fa una foto con una ragazza e poi si avvia verso una macchina... io lo inseguo e nel chiamarlo lui si gira, così gli chiedo un'altra foto e un altro autografo. Sempre con la massima disponibilità, nonostante dovesse andare sul set e avesse appena saputo della nomination, lui si è fermato e ha ascoltato le mie richieste. La cosa forte è che nel mentre mi ha guardata e mi ha detto in inglese qualcosa del tipo "Ah, sei tu": per la serie il mio delirio della mattina non era passato inosservato!!! Dopo averlo ringraziato, lui ha detto "Non c'è di che" ed è entrato in macchina. E io con tutto che avevo gli occhi a forma di cuore... sono dovuta correre verso la stazione perché il mio treno sarebbe partito di lì a poco tempo!

E' stata una giornata assolutamente incantevole! Le mie impressioni su di lui sono queste: si tratta di un ragazzo d'oro! Prima di essere un attore pieno di talento e un bellissimo uomo (dal vivo ancora di più!), è anche e soprattutto un ragazzo acqua e sapone, tranquillissimo, dolcissimo, disponibile, umile, assolutamente normale. Non ha atteggiamenti da divo, non si guarda intorno nervosamente... è assolutamente disponibile. Se qualcuno lo saluta lui risponde con un sorriso! E' persino lui che ringrazia te per l'attenzione nei suoi confronti! Ciò che mi è maggiormente rimasto impresso di lui è la sua voce: dolce, tranquilla, rilassante. Parla con questo tono così calmo... al punto che stare vicino a lui ti infonde una grande pace, quiete, serenità... non so nemmeno come spiegarlo, ma riesce a metterti a tuo agio, riesce a tranquillizzarti. D'accordo, vicino a lui io ero comunque agitatissima... ma ero davvero troppo emozionata all'idea di averlo davanti a me! Eppure, nonostante il delirio, ho percepito questo senso di tranquillità che sa infondere. E' assolutamente una persona speciale e merita tutto il successo, i premi e le soddisfazioni di questo mondo. E io gli auguro tutte le soddisfazioni di questo mondo... perché al di là dell'immagine patinata del cinema... dietro c'è un uomo con un cuore speciale che batte!!!

Questo incontro mi rimarrà sempre nel cuore! Siena, città che amo da anni, mi rimarrà sempre nel cuore!
E Daniel... beh, lui è la perfezione!