E' verità universalmente riconosciuta che una fan di Jane Austen desideri diventare come un'eroina dei suoi romanzi!

mercoledì 22 novembre 2017

Jackie



Novembre 1963. Il presidente Kennedy è stato assassinato a Dallas pochi giorni prima e l'ex First Lady Jackie accoglie nella sua casa un giornalista giunto fin lì per sentire il racconto di quei drammatici momenti dal suo punto di vista. L'approccio razionale e controllato della vedova alla lunga intervista finirà per essere intervallato a tratti da inevitabili momenti di emozione e commozione. Jackie e il giornalista cercheranno di ricostruire insieme, frammento dopo frammento, i drammatici eventi che hanno sconvolto gli Stati Uniti, facendo emergere un ritratto umanissimo, talvolta contraddittorio e quasi maestoso dell'ex First Lady...

Diretto da Pablo Larrain, Jackie rievoca l'America sconvolta dall'assassinio del presidente Kennedy raccontando la vicenda dal punto di vista della vedova. La First Lady elegante, sofisticata e ammirata da tutti che si ritrovò suo malgrado ad essere protagonista di uno degli eventi più drammatici della storia americana; dall'essere ammirata solo un attimo prima, Jackie si ritrovò a dover fronteggiare la ferocia di un'azione inspiegabile, l'improvvisa solitudine in cui era piombata dopo i colpi di fucile e la confusione di non saper dare un senso a quanto accaduto. Improvvisamente si ritrovò messa da parte dal nuovo presidente Johnson (preoccupato di superare la crisi del Paese il più velocemente possibile), ma con tutti gli occhi puntati su di lei quasi come la madre della Patria che ha il dovere di rimanere un punto fermo per la sua gente nonostante la sofferenza, lo sconcerto e lo smarrimento. In quei giorni all'insegna del caos e della confusione, in cui anche un'ombra era minacciosa, Jackie si ritrovò ad essere protagonista più che mai della sua tragedia e a dover combattere per mantenere la giusta dignità e non lasciarsi schiacciare dagli eventi. Nonostante i dubbi sulle ragioni del sanguinoso assassinio del presidente, nonostante un Paese diviso tra lo shock e il desiderio di rialzarsi subito, nonostante le crescenti perplessità sui progetti di Jackie per il grandioso funerale del marito, nonostante la stessa paura della donna che il marito finisse per essere dimenticato... l'ex First Lady riuscì a tenere le redini del suo mondo ormai in pezzi e con la sua dignità fu in grado di ridare maestà ad una nazione ferita.
Proprio nel momento più tragico della sua vita Jackie Kennedy riuscì a costruire il suo mito.
Il film ricostruisce in maniera razionale quei drammatici giorni: senza cedere a inutili sentimentalismi o alla tentazione di romanzare la vicenda. Troviamo allora una Jackie quasi scientifica nel ripercorrere man mano la sua vita di First Lady e di improvvisa vedova del presidente, cercando di restituire il più fedelmente possibile la verità. Con fredda precisione Jackie ricostruisce il suo racconto, senza fare sconti a nessuno... tantomeno a se stessa; nel rievocare il rumore del proiettile o il suo disperato tentativo di soccorrere il marito, Jackie rimane sempre fedele al suo personaggio. Tra lei e il giornalista si scatena quasi una battaglia dialettica perché la donna non è disposta a farsi manipolare, desiderosa che quella sia la sua versione... come lei vuole che sia raccontata. I rari momenti di sgomento ed emozione sanno ridarle quella dimensione umana che tutti continuano ad associare a Jackie anche dopo decenni.
È interessante che la storia venga raccontata in maniera frammentaria, come un puzzle da ricostruire. Infatti, la narrazione è continuamente spezzettata in flashback non in ordine cronologico e secondo le tematiche affrontate durante l'intervista vediamo mescolati i momenti dell'assassinio, i momenti del funerale, i momenti felici alla Casa Bianca e i momenti dello sgomento della vedova. A fare da fil rouge tra i vari flashback è il celebre documentario con protagonista Jackie girato all'interno della Casa Bianca in cui la First Lady aveva mostrato le migliorie apportate all'arredamento e in generale gli interni della residenza più famosa d'America. Il continuo rimando al documentario e ai momenti felici dei Kennedy è come il disperato tentativo di dare un senso a quel brevissimo, luminoso momento in cui una Camelot ci fu anche in America: un momento storico di innovazione e fiducia nel futuro che sembrava destinato a durare e a cambiare il Paese in maniera indelebile. La serenità di quel documentario in bianco e nero poco prima del baratro è il simbolo stesso di quello che sarebbe potuto essere e che non è stato (e la volontà di conservare un ricordo duraturo di Kennedy).

Jackie è un film bellissimo! Soprattutto perché è una ricostruzione sincera e onesta di quei fatti, ha il pregio di fare un ritratto tridimensionale e autentico, con i suoi pregi e i suoi difetti, di Jackie Kennedy. Razionale ed emozionante, il film sa restituire in tutta la sua aura affascinante non il personaggio Jackie, non l'elegante Jackie, ma semplicemente la donna Jackie.
Ho trovato la sceneggiatura molto efficace. Perfette le ambientazioni. I costumi hanno fatto rivivere tutto il glamour e l'eleganza di Jackie. Particolarissima la colonna sonora, difficile da definire... ma davvero molto originale! Azzeccata anche la canzone del musical.
Natalie Portman è assolutamente monumentale nel ruolo della protagonista! Ovviamente regge da sola tutto il film! La sua interpretazione è incredibile proprio per l'onestà con la quale fa rivivere Jackie: non cerca di imitarla... si sforza di comprenderla e di tratteggiarne con coerenza i bordi. Per l'attrice questa è una delle migliori interpretazioni in assoluto!

Jackie non è il film strappalacrime che ci si aspetta, ma un racconto sincero e onesto che cerca di comprendere uno degli eventi più scioccanti del secolo scorso. È un film che cerca di rendere giustizia a una figura femminile famosissima ma che forse è meno conosciuta di quanto si creda, provando a raccontare una Jackie più autentica e reale di quanto non facciano i suoi eleganti e iconici tailleur. Credo che questo film ci riesca alla perfezione perché sa trasformare l'icona in una donna reale.

Voto: 8,5

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