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mercoledì 30 maggio 2012

Madama Butterfly



Dopo aver parlato della Traviata e della Turandot, oggi vi parlo della terza opera lirica che preferisco: la Madama Butterfly. Una storia triste ma con una protagonista femminile indimenticabile, una storia davvero commovente.

Sbarcato a Nagasaki, Pinkerton, un ufficiale della marina degli Stati Uniti, per vanità e spirito di avventura, sposa secondo le usanze locali una giovane geisha, Cio-cio-san (che significa Madama Farfalla), così facendo acquisisce il diritto di ripudiare la moglie anche dopo un mese, se vuole; infatti questo accade: Pinkerton abbandona la giovane moglie e fa ritorno in patria. Ma Butterfly, forte di un amore ardente e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al figlio avuto da Pinkerton, continua a ripetere a tutti che l'amato tornerà presto, mossa da un'incrollabile fiducia in lui. Dopo tre anni effettivamente Pinkerton ritorna, ma non è solo: con lui c'è la donna che nel frattempo ha sposato regolarmente negli Stati Uniti; egli è tornato per prendere il figlio, di cui ha scoperto l'esistenza grazie al console Sharpless, e portarlo in America per educarlo agli usi occidentali. Soltanto adesso, di fronte all'evidenza dei fatti Butterfly apre gli occhi e comprende la sua grande illusione nell'aver creduto in un amore inesistente; decide quindi di scomparire dal mondo, in silenzio, senza clamore: dopo aver abbracciato disperatamente il figlio, si uccide con il coltello donatole dal padre (secondo l'usanza giapponese detta harakiri). Quando Pinkerton, sconvolto dal rimorso, va a casa di Butterfly per chiederle perdono è ormai troppo tardi: lei ha già smesso di soffrire.




4 commenti:

  1. Mantiene un fascino che non tramonta mai!

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  2. Piace tantissimo anche a me la Madama Butterfly!!Mi piacerebbe tanto poterla vedere dal vivo un giorno..
    Holly

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  3. @Holly: anche a me piacerebbe vederla dal vivo!!!

    ;-)

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